Il Cardinale Ernest Simoni a Brozzi nel giorno dedicato a Santa Madre Teresa di Calcutta

Il religioso ha conosciuto di persona Madre Teresa pochi mesi dopo essere stato liberato dopo 28 anni di prigionia nei campi di concentramento.

Il Cardinale Ernest Simoni a Brozzi nel giorno dedicato a Santa Madre Teresa di Calcutta
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Venerdì 03 settembre, il Cardinale Simoni ha visitato la Comunità fondata da Santa Madre Teresa di Calcutta delle Suore Missionarie della Carità, presenti nell'Arcidiocesi di Firenze dal 1982 presso la Parrocchia di San Martino a Brozzi. Il Cardinale è stato accolto dal Parroco don Giuseppe Budzinski partecipando alla Concelebrazione Eucaristica, presieduta da Don Alessandro Clemenzia Vice-Rettore del Seminario Arcivescovile di Firenze.
La Celebrazione alla quale hanno partecipato sacerdoti giunti da più diocesi, tanti volontari e benefattori che aiutano le suore nel prezioso apostolato di carità, è stata organizzata in occasione del 24° anniversario della nascita al cielo di Madre Teresa, conosciuta in tutto il mondo per la sua vita spesa alla luce degli insegnamenti evangelici, nella carità verso il prossimo più bisognoso.

Con queste parole il Cardinale ha ricordato Santa Tersa di Calcutta: “Dio vuol guardare tutti gli uomini in paradiso, per questo è disceso Gesù Cristo sulla Terra, per questo dobbiamo essere fedeli ai suoi precetti, ai suoi insegnamenti ed ai suoi comandamenti. Madre Teresa nel suo pellegrinaggio terreno ci ha insegnato con la sua vita quanto sia importante aiutare i più poveri. La sua missione era riconoscere la dignità in ogni singola persona a prescindere dalla propria condizione. Ciò che ha sempre contato nella sua vita è stato prendersi cura dei più poveri, degli emarginati della società. Questo è il testamento di fede incrollabile di Madre Teresa, speranza invincibile e straordinaria, strumento e testimone dell’amore di Dio.”

Il Cardinale Ernest Simoni ha conosciuto di persona Madre Teresa pochi mesi dopo essere stato liberato dopo 28 anni di prigionia nei campi di concentramento, tra lavori forzati nelle miniere dove estraeva rame e pirite e nelle fogne di Scutari, dove ha passato gli ultimi anni dell’ingiusta detenzione, inflitta dal Regime Ateo Albanese.
Era infatti l’aprile del 1991, quando Madre Teresa bussò alla casa in Scutari di don Simoni, dove abitava Mons. Nicola Troschani unico Arcivescovo albanese, anch’egli sopravvissuto alle barbarie del Regime. La Madre era stata inviata in Albania da San Giovanni Paolo II per constatare cosa fosse rimasto della fede e della Chiesa, dopo la  persecuzione del dittatore Enver Hoxha.

Il dittatore, portò l’Albania all’isolamento totale dal mondo, pose il nazionalismo come componente essenziale del regime, isolando l’Albania dal resto del mondo e formando l’unico stato totalmente ateo, con l’intento dichiarato di liberare l’uomo dalle catene dell’oppressione e dalla religione che era vista come oppio per il popolo. Lo slogan più famoso di Hoxha era: “se non estirpiamo il clero cattolico non avremo mai la vittoria”.
L'esile suora, gigante missionaria di pace, con la sua determinazione riuscì a fare avere il visto per il viaggio di Mons.Troschani e don Ernest per l'Italia, per poi recarsi ad abbracciare il Papa. 

Proprio lo scorso 07 di agosto è stato ricordato in Albania il 30° anniversario dello storico incontro, per la quale cerimonia il Santo Padre Francesco ha inviato all’anziano porporato, creato cardinale ormai cinque anni fa e definito dal Pontefice “Martire Vivente”, un messaggio al “Popolo Schipetaro”.
Più volte Madre Teresa visitò l’Albania, sua patria d’origine, anche se era nata a Skopje, nell’odierna Macedonia dopo la morte del dittatore Enver Hoxha, il quale quando era in vita non le permise mai di tornarvi, neppure quando morì sua madre.

Durante il primo viaggio in Albania, dopo la scomparsa del Hoxha, Madre Teresa si recò in visita dalla vedova del dittatore e al cimitero dove si trovava la tomba di Hoxha, depositandondovi un mazzo di fiori, gesto pieno di carità, apprezzato da tutti, cristiani e non cristiani, e anche da coloro che erano stati vittime delle feroci persecuzioni del dittatore.

Madre Tresa accompagnò il 25 Aprile 1993 San Giovanni Paolo II nello storico Viaggio Apostolico in Terra di Albania. Il Pontefice nella Cattedrale di Scutari, che i comunisti avevano trasformato in un palazzetto del sport, consacrò quattro vescovi albanesi.
Madre Teresa era rimasta fortemente legata alla sua madrepatria e in pochi anni aprì in Albania, sette comunità delle Missionarie della Carità, le quali consorelle a tutt’oggi, si dedicano con zelo esemplare alla cura dei “più poveri dei poveri”: bambini abbandonati, orfani, portatori di handicap, barboni, senzatetto, moribondi. Facendo proprie e mettendo in pratica le parole di Gesù: “Qualunque cosa avete fatto ai più piccoli, lo avete fatto a me”, le Suore fondate da Madre Teresa, stanno portando avanti in tutto il mondo, le tante opere fondate dalla Santa dei poveri.

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