Firenze

Edoardo De Filippo: a Le Murate una tavola rotonda con De Caro e tanti ospiti 

Durante la serata verrà presentato il libro, scritto da Mariagiovanna Grifi “Chiamatemi Paola Riccora”

Edoardo De Filippo: a Le Murate una tavola rotonda con De Caro e tanti ospiti 
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Edoardo De Filippo: a Le Murate una tavola rotonda con De Caro e tanti ospiti 

Il 20 marzo alle 17 Presso il Caffè Letterario Le Murate di Firenze si terrà una tavola rotonda per parlare di Eduardo De Filippo. 

All’incontro interverranno Vincenzo Mario De Caro, attore e regista, Mariagiovanna Grifi, dottoressa di ricerca in storia del teatro, giornalista e docente di scienze umane e filosofia al Liceo Machiavelli di Firenze e Ludovica Criscitiello, giornalista.

Si ripercorreranno gli esordi e il debutto sulla scena nazionale di Eduardo e i suoi fratelli negli anni Trenta grazie alla collaborazione con la commediografa Paola Riccora, oggi incomprensibilmente dimenticata ma rimasta in auge per ben 50 anni intrecciando la sua storia con i maggiori personaggi del teatro italiano del Novecento. 

Le figure di Eduardo e Riccora permettono di dare un ritratto di Napoli e del teatro dell'epoca con aneddoti inediti grazie anche alle ricerche svolte nell'archivio privato della drammaturga.

Durante la serata verrà presentato il libro, scritto da Mariagiovanna Grifi “Chiamatemi Paola Riccora”.

Inoltre Vincenzo Mario De Caro racconterà la nuova produzione, di cui firma la regia,  liberamente ispirato all’opera di Eduardo De Filippo Filumena Marturano dal titolo “Filumè e Don Mimì, ritratto appassiunato di un amore travagliato”.

Un attento studio sulla commedia di Eduardo, una rivisitazione e libera reinterpretazione di Vincenzo de Caro eliminando i personaggi minori per evidenziare il personaggio Eduardiano. Un testo che analizza, conosce e cerca di comprendere la vera essenza di Filumena Marturano. 

Una riscrittura profonda con un finale insolito, che si concentra su una donna che rappresenta in fondo tutte le madri. Una donna forte, che non piange, disposta a fare qualsiasi cosa per i propri figli, anche nell’ignoranza e nelle difficoltà della vita. Piena di risorse e talvolta meschina, Filumena è costretta a vivere in vecchiaia la stessa dura vita trascorsa in giovinezza. Un testo intenso, indagatore, rivelatore. 

Una donna dalle molte sfaccettature rappresentate con grande potenza e sensibilità da Anna Collazzo. 

Note sul libro

Omaggio a Emilia Vaglio. A quarant’anni dalla morte, avvenuta il 26 febbraio 1976, Mariagiovanna Grifi, sua diretta discendente, le dedica il libro “Chiamatemi Paola Riccora” (edizioni ilmondodisuk) che nel sottotitolo ne sintetizza la storia: “Come una signora dell’alta borghesia napoletana diventò commediografa di successo”. 

In poco più di 120 pagine, scritte con il cuore ma anche con la precisione della studiosa, l’autrice racconta lo straordinario percorso di una donna che agli inizi del Novecento, nonostante sia sposata al noto avvocato Caro Capriolo, sostenitore del diritto d’autore e fondatore della Siae a Napoli, e abbia avuto da lui due figli, Renata e Gino, di cui è madre affettuosa, debutta sul palcoscenico del Teatro Nuovo esattamente un secolo fa, il 21 febbraio 1916, con “Nu mese ‘o ffrisco”, portata in scena dalla compagnia del Cavalier Pasquale Molinari. Una riduzione napoletanizzata di “Vingt jours à l’ombre” di Hennequin e Veber che firma con lo pseudonimo maschile Paolo Riccora, visto il contenuto scandaloso della pochade. Per rivelare poi, nel tempo, attraverso una serie di episodi e aneddoti, la sua identità femminile, facendosi riconoscere come Paola. 

È talmente famosa nel 1932, apprezzata dal pubblico nazionale, che un giovane alto e magro, Eduardo De Filippo, con i fratelli Titina e Peppino, bussa alla sua porta di via Carlo Poerio chiedendole di scrivere un testo per loro. Anche Raffaele Viviani si rivolgerà a lei per allargare i confini della propria notorietà. E le sue commedie verranno interpretate dalle più rinomate compagnie dell’epoca in cui figurano attori del calibro di Carlo Pretolani, Dina Galli, Ettore Petrolini e Paola Borboni.

Intellettuale appassionata e femminista inconsapevole, stimata da Luigi Pirandello e da Matilde Serao, omaggiata dalla penna di critici quali Renato Simoni, Vittorio Paliotti e Antonio Ravel, dopo la sua morte Paola Riccora viene completamente, incomprensibilmente dimenticata. 

Il libro mira a riportare alla luce la vita e l’arte di una donna scrittrice del secolo scorso, non solo per renderle onore, ma per contribuire a restituirle il posto che merita nella storia del teatro italiano.

“Chiamatemi Paola Riccora” è stato presentato alla Società Napoletana di Storia Patria presso il Maschio Angioino di Napoli con il patrocinio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Con l’autrice Mariagiovanna Grifi e l’editrice Donatella Gallone, hanno partecipato all'incontro anche Renata De Lorenzo, presidente della Società Napoletana di Storia Patria, Giulio Baffi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, e il drammaturgo Manlio Santanelli.

 Il libro andrà alla BookExpo America di Chicago, dall’11 al 13 maggio, insieme ad altri cinque titoli de Ilmondodisuk.

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