L'incontro

La sfida tra il lucchese Marvin Demollari e l'inglese Mark Chamberlain per il titolo europeo vista dal maestro pistoiese Massimo Bosio

"Noi andiamo per vincere, punto"

La sfida tra il lucchese Marvin Demollari e l'inglese Mark Chamberlain per il titolo europeo vista dal maestro pistoiese Massimo Bosio
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Appuntamento da segnare in rosso sul calendario quello del prossimo 9 giugno alla Bethnal Green -York Hall di Londra, storico tempio del pugilato inglese, dove il pugile, albanese di nascita, ma Lucchese d’adozione, che si allena alla palestra Wellness Club di Borgo a Buggiano, Marvin Demollari se la vedrà col beniamino di casa Mark Chamberlain. In palio il titolo continentale IBF dei pesi leggeri. Come sempre all’angolo di Marvin ci sarà il suo maestro Massimo Bosio, di Ponte Buggianese. A quest’ultimo siamo andati a fare qualche domanda in vista del match e su come si sono incontrati i due.

Maestro Bosio ci fa, intanto, una sua presentazione, come ha cominciato?

“Ho cominciato a fare pugilato, a Borgo a Buggiano, intorno al ’95 ’96. Prima di allora, abitavo in Sicilia a Palermo, e mi ero avvicinato alle arti marziali ed in particolare al Kung Fu perché mi appassionavano i film di Bruce Lee. Ad inizio anni Novanta sono venuto in Toscana e non trovando nessuna palestra dove potevo studiare quell’arte marziale provai a fare pugilato, su consiglio di un amico”.

Con quale società?

“Era una società storica del posto, si chiamava Boxe Borgo a Buggiano e dal primo giorno che sono entrato in palestra da loro mi sono innamorato della disciplina”.

Ha fatto qualche incontro?

“Ho fatto diversi combattimenti da dilettante arrivando ad essere vicecampione d’Italia. Ho vinto un titolo toscano (a Carrara) ed un interregionale ed in quell’anno ho perso a Santa Marinella il combattimento per il titolo italiano.

Il passo da atleta ad allenatore?

“Durante gli anni la società Boxe Borgo a Buggiano ha chiuso ed allora ho provato ad andare in altre società ma la svolta è stata quella di cominciare ad insegnare. Nel 2012 ho fatto il corso da insegnante e da lì sono partito. Ho avuto diversi ragazzi validi in questi anni qualcuno ha cominciato ed ha smesso subito, altri hanno proseguito e mi hanno dato piccole soddisfazioni”.

L’incontro con Marvin Demollari quando c’è stato?

“Marvin era in forza, da dilettante, alla pugilistica Lucchese, dove sono stato anche io per tre anni. Quando lui è passato professionista le nostre strade si sono momentaneamente divise. Io ho continuato ad allenare qui in Valdinievole riportando, dopo anni di assenza vista la chiusura della Boxe Borgo a Buggiano il pugilato a Buggiano, in collaborazione con una società di Borgo a Mozzano, la Boxe Giuliano, lui è rimasto alla pugilistica Lucchese. Quando Marvin ha deciso di lasciare quella società è venuto subito a cercarmi, perché voleva che lo allenassi di nuovo e tutto è partito da lì”.

Il vostro esordio insieme non è stato fortunato, ma dopo siete andati alla grande, no?

“Il primo match insieme lo abbiamo fatto dopo soli due mesi che lo allenavo, a Udine contro Santacroce. Un incontro perso forse perché sono stati affrettati un po’ i tempi, era presto per andare fuori casa a combattere dopo mesi, oltretutto, che Marvin era fermo. Però dopo un mese circa abbiamo combattuto di nuovo a Borgo a Mozzano ed abbiamo vinto. Dopo un po’ di pausa è arrivata l’occasione di combattere per il titolo italiano contro Spada a Roma. Lì per lì non abbiamo detto nulla, ma pensato subito a buttare giù un programma per prepararci al meglio, grazie anche all’aiuto di Francesco Genovese che ha curato l’aspetto atletico, mentre io mi sono occupato di quello tecnico-tattico. Anche per fare i guanti siamo andati a cercare avversari adatti. Il nostro lavoro è stato decisamente buono perché siamo riusciti ad andare a Roma a vincere il titolo”.

Quanto è importante il rapporto che si instaura tra allievo e maestro?

Il rapporto tra allenatore ed allievo è fondamentale, perché un bravo maestro deve conoscere a fondo il pugile. Sapere, ad esempio nel nostro caso, che lavorando e facendo due allenamenti al giorno a volte la sera può essere più stanco del solito, quindi bisogna dosare i carichi di lavoro e l’intensità. Bisogna sempre motivarlo e capire quali sono le qualità del pugile da valorizzare. Marvin, ad esempio, è davvero un ragazzo d’oro, che non molla mai. Ha un grande cuore ed il titolo di campione italiano se lo è veramente meritato.

La difesa l’ha fatta con Santacroce, quello con cui aveva perso alla vostra prima uscita insieme?

“Sì anche quella è stata una bella soddisfazione, fare la difesa contro di lui e vincere, tra l’altro in modo limpido e netto con verdetto unanime, è stata una grandissima soddisfazione per entrambi”.

Adesso c’è il titolo IBF a Londa, nella York Hall ve la vedrete contro il fortissimo Mark Chamberlain?

“Non sarà un match facile, l’avversario è fortissimo ma Marvin è motivatissimo, come tutti noi dello staff. Ce la metteremo tutta per metterlo in difficoltà. Ci presenteremo sul ring determinati e col coltello tra i denti, decisi a giocarci tutte le nostre carte. In questi giorni che ci separano dall’incontro continueremo a lavorare a testa bassa con la massima concentrazione possibile”.

Che risultato vi auspicate?

“Premetto che comunque vada a finire sono molto soddisfatto di questa occasione e qualunque sarà il verdetto per noi essere sul ring a Londra è già una grande vittoria. Detto ciò però noi andiamo per vincere, punto. Non si sale mai su un ring se non si ha la determinazione di voler vincere e non se ne scende se non si è dato tutto”.

Ha altri ragazzi oltre a Marvin coi quali sta lavorando in ottica futura?

“Sì proprio in questo fine settimana alcuni di loro combatteranno. Penso, ad esempio a Emanuele Amazzini di Villa Basilica e Mattia Tori di Borgo a Buggiano”.

Che farete dopo il 10 giugno?

Prima faremo un po’ di riposo, poi imposteremo il lavoro per la prossima stagione”.

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