Donazione a cuore fermo

Realizzata una donazione a cuore fermo all’ospedale Santa Maria Annunziata

Un intervento complesso che segna una tappa importante nella pratica dei trapianti

Realizzata una donazione a cuore fermo all’ospedale Santa Maria Annunziata

Una donazione a cuore fermo controllata, nota anche come DCDc (controlled Donation after Circulatory Death), è stata recentemente effettuata presso l’ospedale Santa Maria Annunziata dell’Asl Toscana Centro. Questo gesto di generosità da parte dei familiari del paziente deceduto è stato reso possibile grazie alla dedizione dell’équipe medica e infermieristica del reparto di Anestesia e Terapia Intensiva, diretto da Duccio Conti, e del comparto operatorio, in sinergia con neurologi e radiologi, coordinati dal Centro Regionale Trapianti.

Per gran parte dell’équipe dell’Unità operativa di Anestesia e Terapia Intensiva, questo intervento rappresenta un’importante novità, sebbene un intervento simile fosse stato eseguito alcuni anni fa all’Annunziata.

La complessità della procedura

La donazione a cuore fermo presenta una procedura complessa: in genere, il prelievo degli organi avviene in pazienti dichiarati deceduti per morte encefalica, un processo che richiede almeno 6 ore per accertare la perdita irreversibile delle funzioni cerebrali. Al contrario, il prelievo da pazienti deceduti a cuore fermo avviene rapidamente, poiché il decesso è sancito dall’arresto cardiaco, con il cervello già compromesso. Questa gestione richiede competenze professionali elevate e capacità organizzative.

Attiva in Toscana da circa 3 anni in tutti gli ospedali dell’Area Vasta Centro, la procedura è riservata a persone decedute per arresto cardiaco, monitorate fino alla perdita irreversibile delle funzioni cardiache. Essa ha richiesto la collaborazione di équipe chirurgiche e anestesiologiche dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi, tra cui l’Ecmo Team, composto da cardiochirurghi, anestesisti, infermieri e perfusionisti, insieme a chirurghi dell’Unità operativa di Pisa. L’intero processo si è svolto in un clima di massima cooperazione tra i professionisti coinvolti.

Riflessioni sull’esperienza

Anche per la nostra unità operativa è stato un percorso di responsabilità e motivazione, che ha richiesto un progressivo avvicinamento”, ha dichiarato il dottor Conti. “C’è stato un coinvolgimento emotivo forte, un intervento del genere ha toccato corde importanti per tutti noi. Il percorso ci ha unito molto, sia all’interno della nostra unità operativa sia con i colleghi di Careggi”.

Il Coordinatore dell’Area Vasta Centro, dottor Daniele Cultrera, ha aggiunto: “La Rete Trapiantologica Regionale è costantemente impegnata a colmare il gap esistente tra i numerosi pazienti in attesa e l’offerta di organi. Questa tipologia di prelievo, che stiamo implementando da qualche anno, ci è di grande aiuto. Ringrazio tutti i colleghi che hanno partecipato con professionalità a un percorso così delicato e complesso”.

La direzione sanitaria del presidio Santa Maria Annunziata e l’équipe medico-infermieristica coinvolta nella donazione hanno espresso profonda gratitudine ai familiari del donatore, sottolineando come la scelta di donare rappresenti “un gesto di altruismo straordinario, capace di trasformare un momento di dolore in speranza per altri”.