Ordine dei Medici di Firenze sui dottori no-vax: "Tempi lunghi quelli stimati da Asl per le liste"
Ordine dei Medici della provincia di Firenze particolarmente preoccupato sui tempi di realizzazione della lista dei dottori no-vax stimati da Asl Toscana Centro: il punto del presidente Dattolo.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa diffuso dall'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Firenze alla luce degli ultimi annunci dell'Asl per una lista degli operatori sanitari che non si sono ancora vaccinati.
Dottori no-vax, l'allarme di Ordine dei Medici della provincia di Firenze
"Ci lascia perlomeno perplessi la data indicata dall’Asl, il 31 agosto, per la conclusione della fase istruttoria che accerti chi, fra gli operatori sanitari, non si sia vaccinato. Un tempo che riteniamo eccessivamente lungo. Confidiamo di ricevere la lista il prima possibile”.
Lo dichiara il presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Firenze, Pietro Dattolo.
“Noi non possiamo fare alcuna indagine - spiega il presidente Dattolo -. E’ stato chiarito che l'accertamento spetta all’Asl. Da quello, poi, discende la sospensione per i non vaccinati, come previsto dalla Legge. L'ordine procede quindi a una delibera che, di fatto, dichiara di prendere atto della sospensione da parte della Asl. Tutto questo, però, dovrebbe avvenire prima possibile: viste le varianti, il 31 agosto è troppo lontano”.
“Comprendiamo la complessità dei processi di accertamento – aggiunge Dattolo – e i disagi nelle strutture di cura che potrebbe provocare la mancanza al lavoro degli operatori, nel caso in cui i non vaccinati risultassero in numero consistente. Ma ci sono delle regole: un operatore sanitario è libero di non vaccinarsi, però non può lavorare in quel sistema sanitario che impone la vaccinazione come tutela dei pazienti e degli stessi professionisti. Siamo grati al presidente Draghi per le sue parole: 'L'appello a non vaccinarsi è un appello a morire'".
“I medici devono garantire la salute che non è solo del singolo ma dell'intera comunità. Il vaccino, prevede la legge, non è un obbligo ma un requisito necessario per svolgere l'attività lavorativa. Considerando - conclude Dattolo - gli obblighi di legge e la diffusione delle varianti, ci aspettavamo maggiore rapidità negli accertamenti".