Sotto assedio

È emergenza Pronto Soccorso: le strutture in Toscana sono al collasso 

Lettera aperta della Uil Fpl al Presidente di Anci Matteo Biffoni: “Gravi carenze di personale. Pronti a collaborare con tutti i sindaci per ripristinare il diritto alla salute”

È emergenza Pronto Soccorso: le strutture in Toscana sono al collasso 
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I Pronto Soccorso e tutto il sistema di emergenza-urgenza stanno vivendo un momento critico che è sotto gli occhi di tutti. P

Carenza di personale, fuga di medici dal pubblico al privato, liste di attesa ingestibili. 

Per questo la UIL FPL ha scritto una lettera aperta al Presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni per lanciare un grido di allarme e per chiedere la collaborazione con tutti i sindaci che vogliono impegnarsi per ripristinare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione.     

Il testo della lettera aperta

“La Uil FPL vuole porle all’attenzione la grave situazione che è in essere nei pronto soccorso del nostro territorio. 

Tale situazione è ormai diventata ingestibile dagli addetti ai lavori, in primis a causa della grave carenza organica, ma anche per una gestione che non agevola i servizi della medicina di prossimità, come la scarsa efficacia dei servizi resi dai medici di famiglia derivanti anche dai forti ritardi con i quali si da luogo alla integrazione dei servizi di base ed alle case della salute e per i servizi domiciliari in genere quasi assenti. 

Oggi in pronto soccorso sembra di essere sotto assedio.

Ci sono pazienti da tutte le parti e una lunga fila di ambulanza in attesa, sembra uno scenario da “maxi emergenza", dove gli utenti vengono lasciati parcheggiati, negando loro le cure dignitose che fino a qualche anno fa (pre Covid) venivano assicurate.  

Il personale che opera sul campo, in prima linea, è arrivato all’esasperazione anche a causa degli attacchi sempre più frequenti che subisce dai pazienti e dai loro parenti, spesso non solo verbali.  I pronti soccorso vengono presi d’assalto da persone che non trovando altre risposte sul territorio si riversano sugli ospedali per le necessità più disparate, in alcuni casi anche per fare esami di diagnostica analitica strumentale resi spesso inaccettabili da chi ha preoccupazioni urgenti per il proprio stato di salute per il dilagare del fenomeno delle interminabili liste di attesa.  

Accade quindi che i pronto soccorso si trasformano in affollatissimi centri sociosanitari.  

Servono soluzioni drastiche, altrimenti anche la Toscana si ritroverà come altre Regioni a dover fare i conti con i pronto soccorso gestiti dai privati o dalle cooperative, dove non c’è garanzia sulla affidabilità del personale.  

Altro punto su cui intervenire tempestivamente riguarda l’Emergenza 118.

  Il 118 toscano, è in grande difficoltà, sembra che la Regione non si accorga delle ripercussioni causate dall’emorragia dei medici che hanno abbandonato (licenziamenti riassorbiti dal mondo del privato più remunerativo e tranquillo) il servizio del 118, tale situazione rischia di aggravarsi ulteriormente nei prossimi mesi, perché non esiste un piano per bloccare queste diserzioni dei medici che migrano verso il privato, in particolare modo nel servizio in emergenza del 118, non vengono garantite e tutelate le figure dei medici nello svolgimento delle loro delicate funzioni, essenziali per la vita delle persone quando si trovano in situazioni di salute estreme e non solo.  

Anche gli infermieri del Sistema di Emergenza Territoriale 118 hanno ruolo insostituibile e determinante per assicurare al cittadino/utente in evidente o potenziale pericolo di vita, il più elevato livello di qualità dei percorsi di assistenza e di cura in contesto operativo.  

Come sopra accennato, un punto su cui intervenire tempestivamente sono è quello delle “Liste di attesa”.

 La prenotazione per una visita può diventare un incubo, in quanto i cittadini devono attendere in linea anche più di mezz’ora al telefono. È inaccettabile che i cittadini possano trascorrere una giornata al telefono per prenotare una visita o un esame, e spesso dopo avere atteso tempi interminabili al telefono, l’operatrice risponde che le liste sono chiuse e che occorre richiamare fra qualche mese...!  

Per non parlare dei tempi massimi di attesa, per alcune prestazioni, visite specialistiche, esami diagnostici e interventi chirurgici, in molti casi i tempi non vengono rispettati, con danni spesso irreparabili per la salute delle persone in attesa di tali prestazioni.  

Ecco che ricorrere allo studio medico o alla clinica privati diventa per chi se lo può permettere l’alternativa sempre più percorsa, ma chi già paga per avere dal SSN servizi e cure dovrebbe avere un servizio pubblico che funzioni.

Per questo vogliamo che si rifletta su quanto l’Asl spende per le strutture ed i servizi privati convenzionati... Vogliamo veramente smantellare il sistema sanitario pubblico? Sembra che ormai stiamo andando in quella direzione, ma chiediamo che il processo sia arrestato e che finalmente la regione cominci ad investire ed ottimizzare le risorse verso il pubblico e non sul privato. 

La Uil FPL chiede a gran voce che si riprendano le redini del nostro welfare sanitario. Occorrono subito progetti ed investimenti per interrompere l’emorragia dei professionisti dei servizi pubblici verso il privato perchè il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione e va garantito dalle Istituzioni”. 

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