Aborto, Psicologi Toscana: "Massima solidarietà a Gaia Nanni e a tutte le donne"

La presidente dell'Ordine regionale, Maria Antonietta Gulino: "Un tema che resta purtroppo ancora oggi un tabù che ha una ricaduta importante sull'assetto psicologico nelle donne e nella società. Occorre introdurre cultura del confronto".

Aborto, Psicologi Toscana: "Massima solidarietà a Gaia Nanni e a tutte le donne"
Pubblicato:
Aggiornato:

"Gli insulti e i gesti incivili ricevuti dall'attrice Gaia Nanni dimostrano ancora una volta quanto il tema dell'aborto rappresenti nel nostro Paese una questione estremamente seria e delicata, in cui manca una reale libertà di espressione e confronto. Per le donne non solo abortire, ma il prendere una posizione ferma sul tema, rappresenta un passo delicato e complesso che espone al rischio di ricevere attacchi e pregiudizi. E' evidente come questa condizione di fragilità finisca per aumentare il disagio psicologico nelle donne che si trovano a prendere delle decisioni difficili, quando servirebbe invece sostegno e apertura al dialogo in una fase di vita segnata dall'incertezza".

A dirlo è la presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, Maria Antonietta Gulino.

"Come presidente di un Ordine prevalentemente di professioniste donne, la nostra massima solidarietà a Gaia Nanni, che ha avuto il coraggio di esporsi raccontando la propria esperienza personale. La questione dell'aborto - afferma Gulino - non può limitarsi a un mero schieramento tra le parti: favorevoli o contrari. Occorre prima di tutto introdurre una diversa cultura che favorisca un dibattito illuminato, non di rabbia o paura, ma di civiltà. Per una società in crescita e rispettosa dei diritti di tutte e di tutti, dobbiamo lavorare per costruire maggiore consapevolezza e rispetto dei vissuti di ogni persona. Occorre prendere coscienza sulle conseguenze psicologiche che una donna può trovarsi ad affrontare nel corso della sua vita, indipendentemente dalla scelta complessa di abortire o meno, che può provocare profondo stress, anche legato allo stigma sociale, e disturbi della sfera emotiva e relazionale, che possono ripercuotersi sulla salute stessa del corpo. Ci sono rischi, testimoniati da scienza e storia, che bisognerebbe prevenire invece che indurre. Dobbiamo lavorare affinché si cambi la pressione sociale a cui è sottoposta oggi la donna al momento della sua decisione. Una libertà di scelta che deve essere difesa".

Seguici sui nostri canali