necessario agire

Rifiuti ed economia circolare, Bugetti (Pd): «Una delle grandi sfide del futuro e una battaglia vera per la Toscana»

«L’economia circolare è un obiettivo non più rimandabile. La sostenibilità passa da recupero e riciclo, senza dimenticare lo smaltimento. Necessario agire, anche tramite un confronto con l’Europa, che ci vede stare a fianco»

Rifiuti ed economia circolare, Bugetti (Pd): «Una delle grandi sfide del futuro e una battaglia vera per la Toscana»
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Sulle preoccupazioni espresse da Confindustria Toscana Nord su recupero e smaltimento di rifiuti e scarti in Toscana interviene la consigliera regionale Ilaria Bugetti (Pd): «Una delle grandi sfide del futuro e una battaglia vera per la Toscana».

Rifiuti ed economia circolare: interviene Bugetti

«Quella dei rifiuti è una delle grandi sfide del futuro che riguarda i temi dell’economia, dell’etica e dell’ambiente e per la Regione Toscana è una battaglia vera da portare avanti».

Lo afferma la consigliera regionale Pd Ilaria Bugetti in merito alle preoccupazioni espresse oggi, tramite una nota, da Confindustria Toscana Nord sul tema del recupero e dello smaltimento dei rifiuti e degli scarti industriali in Toscana.

«Gli scarti di lavorazione devono essere considerati risorse, e come tali devono essere gestiti, anche a livello normativo – aggiunge Bugetti –. Quello di dar vita ad un’economia circolare, che consideri la sostenibilità ambientale ed economica elementi imprescindibili, è un obiettivo non più rimandabile. Ed una vera sostenibilità ha necessariamente come cuore pulsante il riciclo e, prima ancora, il recupero, nel massimo modo possibile, senza dimenticare lo smaltimento, che non può essere eliminato del tutto e perciò deve avvenire nel modo migliore possibile e con meno danno possibile per l’ambiente».

«È perciò necessario agire – continua la consigliera –, ma prima di tutto bisogna ponderare su cosa ci consentono di fare le normative europee e come si può intervenire, nel caso, per modificarle. Bisogna riflettere in maniera attenta su quali sono i punti nodali su cui lavorare concretamente e sui quali confrontarsi, anche a livello europeo. Il protocollo c'è (il Patto per il tessile), ma ora bisogna “dargli gambe” e l’Europa ci deve stare a fianco».

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