Protocollo d'Intesa con San Vincenzo e Campiglia Marittima per l'estrazione di calcari e calcari dolomitici
È valido 25 anni e prevede una produzione massima di quasi 16 milioni di metri cubi
Con la firma apposta dai legali rappresentanti degli enti e delle società interessate è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa volto a definire parametri e modalità per un’estrazione sostenibile di calcari e calcari dolomitici per usi industriali nella zona meridionale costiera della Toscana.
I giacimenti interessati sono situati nei Comuni di San Vincenzo e di Campiglia Marittima e appartengono al comprensorio 26 denominato “Calcari di Campiglia”. Con questo accordo la Regione Toscana ha trovato un punto di equilibrio tra la tutela della risorsa naturale, le esigenze estrattive che alimentano filiere produttive e il mantenimento dei livelli occupazionali, confermando così la validità dell'impianto del Piano regionale cave.
Il Protocollo, che ha una validità di 25 anni, è stato firmato dal presidente della Regione sindaco di San Vincenzo, Paolo Ricucci, dalla sindaca di Campiglia Marittima, Alberta Ticciati, dall'amministratore delegato della Società Solvay Chimica Italia Spa, Nicolas Dugenetay e dal presidente della Società Cave di Campiglia Spa, Lorenzo Banti. Grazie alla programmazione e al successivo tavolo regionale, è stato trovato un punto di equilibrio avanzato tra ambiente e attività estrattiva funzionale a filiere produttive, con dei risvolti positivi anche nei due Comuni coinvolti.
“Con questo accordo – spiega il presidente Eugenio Giani – razionalizziamo e sistematizziamo una materia delicata per i riflessi che ha sul versante ambientale e su quello occupazionale. In questo modo come Regione ci impegniamo a proseguire il monitoraggio del Piano regionale cave, anche per ciò che riguarda la zona interessata dall'Accordo.
È tenendolo come punto di riferimento che verificheremo la corrispondenza delle volumetrie estratte rispetto al fabbisogno e agli Obiettivi di Produzione Sostenibile. Terremo insomma debitamente sotto controllo gli aspetti di salvaguardia del contesto ambientale, ma al tempo stesso riusciremo a dare certezze sul versante delle possibilità estrattive, così da garantire il mantenimento dei livelli occupazionali delle aziende estrattrici e produttrici”.
“Questo accordo è un esempio di fattiva ed efficace collaborazione tra la Pubblica Amministrazione e i privati nella individuazione di concrete soluzioni per un futuro sostenibile per i prossimi decenni – commenta Nicolas Dugenetay, direttore dello stabilimento Solvay di Rosignano – Ringraziamo la Regione per il ruolo di coordinamento che svolge nel garantire piani di sviluppo per il nostro territorio. Solvay conferma il proprio impegno ad investire in innovazione per rendere sempre più sostenibili le proprie attività, contribuendo all’obiettivo comune del consolidamento economico e occupazionale”.
Le cave interessate sono quelle di San Carlo, nel comune di San Vincenzo, per la quale la Solvay chimica Italia aveva una autorizzazione a coltivare 12,6 milioni di metri cubi l’anno fino al 2026, mentre con la domanda presentata chiedeva di portare il totale a 18 milioni di metri cubi l’anno fino al 2051, così da garantire la produzione della Sodiera di Rosignano.
Per la cava di Monte Calvi, che sorge nel comune di Campiglia Marittima, è stata rilasciata alla Società Cave di Campiglia Spa una autorizzazione Unica di durata decennale per la coltivazione di una volumetria residua di 2,7 milioni di metri cubi. In sintesi gli obiettivi di produzione sostenibile previsti dal Piano regionale cave per il comprensorio 26 nel periodo 2019-2038 sono complessivamente pari a 15,9 milioni di metri cubi che così vengono ripartiti per il 75% nel Comune di San Vincenzo (per 11,9 milioni di metri cubi) e per il 25 % nel Comune di Campiglia Marittima per 3,9 milioni di metri cubi.
La Regione valuterà la necessità di eventuali ulteriori azioni di adeguamento del Piano regionale, compresa la previsione di nuove aree di giacimento e giacimento potenziale in relazione alle necessità emerse e per sostenere le filiere produttive locali che utilizzano i materiali di scavo (calcare) in processi produttivi industriali o manifatturieri, per avviare le eventuali procedure per l’incremento degli Obiettivi di produzione sostenibile del comprensorio 26 in relazione ai fabbisogni di filiera di ogni singola azienda.
Attraverso un lavoro di confronto tecnico e giuridico, coordinato dalla Regione assieme ai due Comuni, Solvay e Cave di Campiglia hanno ridefinito ed allungato i contratti di collaborazione diventando partner effettivi. Le due società si impegnano a mantenere o accrescere l’occupazione nei rispettivi siti produzione e ad investire in innovazione e sviluppo dell’attività estrattiva e delle attività ad essa correlate affinché siano sempre più sostenibili ed efficienti.