Massimo Baldi (Italia Viva) ed il voto contrario alla nuova legge elettorale in Toscana

L'esponente pistoiese Massimo Baldi, Italia Viva, annuncia il voto contrario del suo gruppo alla possibilità di cambiamento della legge elettorale in Toscana.

Massimo Baldi (Italia Viva) ed il voto contrario alla nuova legge elettorale in Toscana
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L’esponente di Italia Viva Massimo Baldi, che da pochi giorni ha lasciato il Pd, lancia la propria accusa ed annuncia il voto contrario del suo partito in merito alla modifica statutaria in Regione Toscana per l’elezione del Presidente. “L’ascesa della destra si combatte con la politica e con le idee, non cercando di cambiare la legge elettorale”.

Massimo Baldi (Italia Viva) all’attacco della nuova legge elettorale

“Non è con una legge elettorale che si cambia la politica ma è con la politica che si cambia la legge elettorale”. A dirlo il consigliere regionale Massimo Baldi in Aula per la dichiarazione di voto contraria di Italia Viva sulla proposta di modifica statutaria per l’elezione del presidente della Regione e la proposta di legge per l’elezione dell’assemblea regionale.

“Non si cambia la legge elettorale a meno di cinque mesi dalla scadenza elettorale e non si accetta -prosegue Baldi – il principio per cui di fronte alla destra che cresce nei sondaggi si persegue la strada di cercare di sconfiggerla cambiando la legge elettorale. La destra populista si sconfigge con le proposte, con le idee, con il consenso democratico. Italia Viva è contraria a questa riforma elettorale e sarà contraria a qualunque riforma elettorale da qui alla fine della legislatura”.

Entrando nel merito delle due proposte di legge del Pd, licenziate con parere negativo dalla commissione Affari istituzionali, Baldi ha spiegato le ragioni del dissenso.

“Le due proposte hanno due caratteristiche: la legge elettorale è proporzionale pura e la proposta statutaria è di natura “assemblearistica”, nel senso che consegna tutti i poteri a un’assemblea eletta in modo proporzionale. Un’assemblea che avrà sempre il problema della governabilità e della non trasparenza. Avrei apprezzato, semmai, leggere nella proposta un aspetto che invece non è contemplato, l’abolizione delle preferenze: uno strumento vecchio, che ha consentito ai partiti di non selezionare bene e con attenzione la classe dirigente e che per anni ha favorito clientelismo e consenso di filiera”.

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