Politica

Italia Viva Signa: "Solo per i populisti le proposte per affrontare la crisi sanitaria sono un problema invece che un contributo"

"Non abbiamo mai messo in discussione la necessità di rispettare le norme del DPCM, né ha mai messo in discussione la tenuta del governo".

Italia Viva Signa: "Solo per i populisti le proposte per affrontare la crisi sanitaria sono un problema invece che un contributo"
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Italia Viva Signa: "Solo per i populisti le proposte per affrontare la crisi sanitaria sono un problema invece che un contributo"

Dopo l’ultimo (?) DPCM, assistiamo in questi ultimi giorni a iniziative di protesta sociale, seguite da violenze provocate, ovviamente, da soggetti che di quella protesta non fanno parte: le manifestazioni (quelle legittime) evidenziano una difficoltà da parte della gente ad accettare senza limiti né condizioni i provvedimenti adottati dal Governo per contrastare l'emergenza sanitaria dovuta al COVID- Sars 2. Italia Viva ha espresso chiaramente il suo punto di vista critico rispetto ai contenuti dello stesso DPCM, rilevando che la partecipazione dei membri della maggioranza non può limitarsi ad una consultazione preliminare alla quale non segua poi una giusta attività di mediazione delle osservazioni e contributi da parte del Presidente del Consiglio. Si chiama partecipazione democratica. Italia Viva non ha mai messo in discussione la necessità di rispettare le norme del DPCM, né ha mai messo in discussione la tenuta del governo, ma ha semplicemente ricordato alla maggioranza (tutta) la legittimità non solo di poterle esprimere, ma anche di essere (almeno) ascoltate. Solo i populisti negativi alla Meloni e Salvini possono far apparire un dialogo politico interno un problema di tenuta del Governo, invece che un elemento di riflessione e di richiamo ai rispettivi ruoli in maggioranza; chi mira a rappresentare il popolo e le grandi masse esaltandone frustrazioni e sentimenti negativi è infatti costretto ad occuparsi di politica come se fosse un perenne palcoscenico elettorale (in questo caso a livello di rotocalco scandalistico), non potendo comprendere i veri valori e desideri di collettività condivisa della gente che si è riversata in piazza per manifestare legittimamente il proprio dissenso (peraltro rispettando, fino alle infiltrazioni dei facinorosi, le norme anti-covid che regolano anche questo diritto costituzionale). Italia Viva vuole capire, sostenere questi sentimenti veri e li aveva anche anticipati, rimanendo inascoltata, nelle sedi deputate alla loro gestione. Lo stesso stiamo facendo a livello locale, e anche qui i tentativi di strumentalizzazione da parte del centro-destra sono tristemente e prevedibilmente i soliti di sempre. L'emergenza sanitaria, unita a quella economico-sociale è molto forte, soprattutto nella seconda ondata perché colpisce (per la seconda volta) alcune categorie professionali che per continuare nella loro attività ed esistenza avevano anche pesantemente investito in misure di contenimento. Commercianti, partite iva, centri sportivi, il mondo della cultura e dello spettacolo, il settore dei congressi e degli eventi, gli stagionali, i liberi professionisti, gli artigiani e le manifatture si trovano a dover nuovamente chiudere l'attività, senza un adeguato riconoscimento delle spese sostenute per i dispositivi di distanziamento e protezione sociale (guanti, gel disinfettante, mascherine, attività di sanificazione permanente, plexiglass e quant’altro). Il mondo del professionismo ha risposto alla prima ondata in modo esemplare, e Italia Viva ne aveva preteso e ne pretende una giusta valutazione in termini di imposizione di nuove misure. Alle difficoltà di queste categorie si aggiungono quelle legate alla ripresa in sicurezza delle lezioni a scuola, che vede penalizzati soprattutto i ragazzi e le loro famiglie. Un danno generazionale incommensurabile richiudere per la seconda volta i giovani a casa, limitandone tutti i contatti sociali, compresi quelli “in sicurezza”. Anche la gestione sanitaria della seconda ondata sta evidenziando una rinnovata mancanza di personale sanitario e le difficoltà nell'effettuazione dei tamponi, ma anche nella gestione territoriale ed ospedaliera dei pazienti, che è nella massima attenzione anche di Italia Viva di Signa.
Certo che vedere un alleato di Governo che si abbassa nei toni e nelle considerazioni ai livelli di Salvini e Meloni, richiamando Italia Viva a valori di lealtà di governo, fa dolorosamente sorridere, perché regala al centro destra una vittoria morale immeritata. È quindi da precisare che, per noi di Italia Viva, chi era in regola e in sicurezza non doveva essere soggetto a misure di quella portata e, oggi, va previsto il loro ristoro immediato, al pari di tutte le altre categorie danneggiate. È anche da confermare l’assoluta necessità di accesso al MES, che permetterebbe un potenziamento delle risorse da investire nel mondo sanitario per almeno cercare di contenere il contagio nell'emergenza: è in gioco la salvaguardia della vita dei cittadini e degli operatori sanitari. Serve, in altre parole, potenziare le “4 T”, come affermato dallo stesso Matteo Renzi (tamponi, tracciamento, trasporto pubblico, tutela sanitaria territoriale), ma anche prevedere potenziamento orari differenziati dei trasporti pubblici. Ad oggi a pagare il prezzo sono invece ristoranti, musei, teatri, palestre e scuole, che si trovano costretti a limitare o a chiudere le attività. È urgente e indifferibile aderire al MES per fronteggiare adeguatamente l'emergenza sanitaria (e di conseguenza quella economica), per poter potenziare i servizi e le risorse umane e tecnologiche del settore sanitario usufruendo di quel capitale di 37 miliardi di euro dell'Europa a confronto del quale la risposta a livello nazionale non sarà mai abbastanza. Se chiediamo sacrifici nel nome della sicurezza sanitaria, facendo di fatto un mini lockdown, prorogando lo stato di emergenza e facendo gravare tutto sulle spalle di alcune delle parti più produttive del paese sia in termini economici che di cultura, allora abbiamo diritto ad una copertura sanitaria adeguata al problema (quando Matteo Renzi dice “Il Parlamento attivi ogni iniziativa per scongiurare il rischio della perdita di fondi irripetibili, nelle condizioni di accesso, restituzione e nell'ammontare delle risorse per la sanità Italiana” fa un richiamo ai ruoli e responsabilità istituzionali di tutti, non mette certo in discussione la tenuta del Governo!). I provvedimenti del ristoro e del Mes produrrebbero un beneficio immediato non solo a carattere nazionale, ma anche a livello locale: il territorio di Signa vedrebbe potenziata la sua sanità territoriale ed ospedaliera, incrementando le risorse umane e tecnologiche da impiegare per fronteggiare al meglio l'emergenza sanitaria anche in termini di screening e di diagnosi precoce del Sars-Covid 2 (che potrebbero essere in questo modo effettuate anche al domicilio del cittadino, riducendo così il sovraccarico ospedaliero e incrementando l'effettuazione dei tamponi di controllo, facilitandone l'esecuzione e la rapidità). Un sistema di questo tipo consentirebbe alle attività produttive e culturali di mantenere viva la loro attività, evitandone la crisi e la chiusura, perché inserite in un contesto di effettivo controllo e qulità delle azioni di contenimento. Certamente lo Stato deve agire in fretta per evitare conseguenze irreversibili agli Italiani sul piano sanitario ed economico-sociale, ma senza mai dimenticare che “lo Stato” è fatto da cittadini, lavoratori, genitori, studenti e persone bisognose o vulnerabili. Non si può non prevedere la reazione sociale, e la si deve proteggere dall' infiltrazione di elementi che promuovono gli scontri sociali; occorre contrastare l’“effetto domino” e di “emulazione” che grazie a questi ultimi va a coprire e soffocare nel peggiore dei modi le proteste civili che rappresentano veri bisogni, diritti e prospettive. Il nostro Paese non ha bisogno di ulteriori difficoltà, né può permettersi di perdere di vista le sue vere priorità: lavoro, cultura, sanità e vita sociale.
Se ricordare questo per qualcuno è un problema e non è considerato un contributo alla crescita del
Paese, ci dispiace per lui, perché significa che è ancora in campagna elettorale e ha perso di vista il
suo ruolo politico.

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