In Toscana un altro caso Catania. I giudici: "Niente rimpatrio, la Tunisia non è sicura"
Dopo Catania, anche il tribunale di Firenze ha annullato l’espulsione di un migrante tunisino a cui il Viminale aveva negato lo status di rifugiato. "La Tunisia non è sicura". E' la motivazione che ha dato il giudice fiorentino.
I due giudici hanno disapplicato una legge del Governo
Lo stesso era successo anche a Catania. Qui il tribunale ha dichiarato illegittimo il provvedimento del questore di Ragusa perché in contrasto con la normativa europea. Il tribunale ha conseguentemente dichiarato illegittimi i trattenimenti di tre persone.
Ma torniamo a casa nostra. Caso fotocopia o quasi. Riavvolgiamo il nastro a quando il prefetto ha negato lo status di rifugiato a un migrante tunisino. Come prevede la legge non molte le spiegazioni, se non il fatto che l'Italia considera la Tunisia un Paese sicuro. Quindi, il richiedente asilo può tranquillamente tornarsene a casa.
Nelle motivazioni del migrante non c'erano grosse specifiche. Nessuna persecuzione, insomma. "La grave crisi socioeconomica, sanitaria, idrica e alimentare, nonché l’involuzione autoritaria e la crisi politica in atto sono tali da rendere obsoleta la valutazione di sicurezza compiuta a marzo dal governo italiano", scriveva il migrante tunisino nella richiesta. Rigettata.
Da qui nasce il ricorso e la decisione del magistrato Luca Minniti, che ha dato ragione al richiedente asilo.
"Deve essere disapplicato – si legge –, in parte qua, il D.M. 17 Marzo 2023 poiché non conforme ai criteri legislativi indicati nella direttiva 2013/32/UE del Parlamento sul territorio dello stato sinché il suo ricorso giurisdizionale non verrà definito".
Insomma, impensabile credere che la Tunisia sia un Paese sicuro, come considerato dal Viminale, soprattutto alla luce "recentissimi e gravi". E i fatti gravi sono le purghe messe in atto dal presidente Saied con una significativa concentrazione di tutti i poteri. Non è, quindi, un Paese democratico.
Il provvedimento del giudice fiorentino spiega anche che la lista dei Paesi sicuri deve essere stilata "all’esito di una procedura amministrativa e fondata su informazioni raccolte da fonti qualificate (come Onu e Consiglio d’Europa), e costantemente aggiornate". Da qui la decisione di riconoscere al l migrante «il diritto a permanere sul territorio nazionale».
Il Governo, però, potrà fare ricorso in Cassazione. Vero è che adesso sono due i giudici che hanno disapplicato una legge del Governo. E forse, non saranno gli ultimi.