"Personaggio di trasparenza totale": così Daniela Belliti al fianco di Bertinelli
Presa di posizione da parte di Daniela Belliti, vicesindaco dal 2012 al 2017 del Comune di Pistoia, al fianco di Samuele Bertinelli dopo il suo rinvio a giudizio: il processo inizierà il 19 novembre. Tutti i dettagli sul GIORNALE DI PISTOIA E DELLA VALDINIEVOLE in edicola dal 19 luglio.
Tutti i dettagli del rinvio a giudizio dell’ex sindaco Samuele Bertinelli sul GIORNALE DI PISTOIA E DELLA VALDINIEVOLE in edicola venerdì 19 luglio. Intanto però arriva la lettera in difesa del primo cittadino del Pd, dal 2012 al 2017, del suo ex vicesindaco Daniela Belliti.
La lettera dell’ex vicesindaco Daniela Belliti
Riportiamo integralmente la lettera che Daniela Belliti, vicesindaco di Pistoia dal 2012 al 2017 al fianco proprio di Samuele Bertinelli, ha inviato alla stampa dopo la notizia del rinvio a giudizio dell’ex primo cittadino.
Caro Samuele,
appena appresa la notizia dell’esito dell’udienza preliminare che ti ha rinviato a giudizio, ho subito pensato che non potevo non infrangere la regola, fin qui autoimpostami, del silenzio sui processi e sulle sentenze. E questa mia voce vuole essere la fiera rivendicazione di un ritratto radicalmente alternativo a
quello che qualcuno vuole cucirti addosso.
Chi ti ha conosciuto, anche solo superficialmente, non può non riconoscerti quel rigore assoluto e quella trasparenza totale, che ha fatto di te un personaggio politico unico, per imparzialità e moralità, ma evidentemente scomodo per chi era abituato a politici malleabili, specialmente verso le persone più
influenti della città. “Amico di tutti e parente di nessuno”, amavi ripetere instancabilmente, per dare il
segno della necessaria diversità nel Paese delle clientele e delle raccomandazioni. Per questo, quando il
4 agosto 2016 leggemmo La Nazione di Pistoia – la Giunta indagata, insieme a dirigenti e funzionari,
per reati come corruzione, concussione abuso d’ufficio e via dicendo -, lo stupore nostro fu
immediatamente condiviso da tanta parte della città; e la lettura che si trattasse della volontà di
offuscare l’immagine di un’amministrazione che stava cambiando gli equilibri e cancellando radicate
rendite di posizione si fece rapidamente strada.
Molte cose sono accadute da allora. Ambienti che direttamente o indirettamente hanno avuto una loro
parte nella stessa indagine si sono coalizzati ottenendo il risultato politico di estrometterti da Palazzo di
Giano. Nel frattempo, l’ambito dell’indagine si è andato via via riducendo, e dagli originari 17 capi di
imputazione ora ne sono rimasti 7. E’ proseguita anche l’indagine parallela sulla fuga di notizie – unico
reato certamente commesso – con archiviazioni e apertura di nuovi filoni di indagine.
Eppure sulle ragioni della sconfitta elettorale sembra aver definitivamente prevalso l’addebito del tuo
carattere difficile (!), e la vicenda giudiziaria è stata tenuta accuratamente fuori dall’analisi degli
sviluppi della politica cittadina del 2017.
Sul ridimensionamento dei capi d’accusa, poco si dice; ma avrà pure un qualche significato il fatto che
tra i capi che escono dal processo c’è quello contenuto nel primo esposto – sulla selezione del dirigente
all’Urbanistica –, che ha innescato il resto, e rimangono comunque i succedanei di cui si fa fatica a
capire il rilievo.
Infine, nulla è mai stato rappresentato pubblicamente circa l’evoluzione dell’indagine sulla fuga di
notizie, che pure molto avrebbe da dire sulle fonti di questa messa in scena.
Caro Samuele, se la legge del contrappasso ha qualche fondamento, su di te è stata applicata
brutalmente: tanto è stata alta la tua dirittura morale, tanto più pesante risulta la “pena” di dover
sopportare un giudizio.
La giustizia prevarrà, se siamo ancora in uno stato di diritto – del che sarebbe forse legittimo dubitare,
viste le cronache recenti che hanno riguardato il rapporto tra politica e giustizia.
E’ giusto, quindi, ora e subito anticipare il merito che ti spetta, per quello che hai fatto e per quello che
– spero vivamente – tornerai a fare.
Con te saluto anche Tina e Maria Teresa, collaboratrici appassionate e irreprensibili, come coloro che
sono stati invece prosciolti (Annarita, Elisa, Nicola e Stefano). Con stima, affetto e profonda fiducia.
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