Adriano Chini si è dimesso dal Consiglio comunale

"Si gestisce il Comune come cosa personale senza avere gli interessi generali come obiettivo e come faro".

Adriano Chini si è dimesso dal Consiglio comunale
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Adriano Chini, capogruppo del gruppo consiliare Sinistra Italiana-FareCittà (che alle scorse elezioni amministrative aveva raccolto oltre il 23% dei consensi a capo della coalizione Sinistra Italiana, FareCittà, Si al Parco-No aeroporto e No inceneritore) si è dimesso dal Consiglio comunale.

Lo ha fatto venerdì scorso con una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio comunale. E’ una decisione sofferta ed amara maturata dopo l’ultima seduta del Consiglio in cui si discuteva il bilancio di previsione.

Chini si dice stanco, stanco dell’arroganza e dalle scarse competenze di chi guida oggi il Comune di Campi Bisenzio. Un sistema di governo basato sul “vivacchiare” senza nessuna proiezione sul futuro, senza nessuna passione per la propria città e per la propria comunità, un rispondere all’ordinario quotidiano senza mai una visione d’insieme, senza mai uno sforzo a disegnare il futuro. Proclami e annunci e mai la volontà di un confronto serio, mai. Una Campi Bisenzio, che Chini ha rivoluzionato negli anni in cui era Sindaco, ormai immobile e piegata ai bisogni di Firenze.

“Si è cercato e chiesto ripetutamente un distinguo concreto, serio, un segnale di sensibilità verso chi ha difficoltà nel quotidiano, niente non lo si è voluto cogliere, sordi e ciechi. Nell’ultimo cc è stata di nuovo avanzata la richiesta di esonerare dall’addizionale Irpef coloro che hanno redditi al di sotto dei 12.000 euro e di tassare in modo progressivo i redditi più alti e non tutti allo stesso modo indipendentemente dal reddito. Campi ha tolto diritti e protezione alle fasce più deboli e persevera nel farlo, questo non è un buon governo…”. La sinistra non può certo definirsi tale se non si riconosce neppure nel principio di giustizia sociale e si adopera con atti concreti in quella direzione. “…una società più giusta, meno diseguale, realmente più libera, più democratica, più umana“ ci insegnava Enrico Berlinguer.

Non ho le “armi” per galleggiare, per svolgere il “compitino”, non è il mio stile, ho dato piena disponibilità per costruire un pezzo nuovo della storia della nostra comunità, si è preferito non ascoltare purtroppo, questo accade perché si gestisce il Comune come cosa personale senza avere gli interessi generali come obiettivo e come faro.

La politica è ben altro, è passione, dedizione alla cosa pubblica, e soprattutto lavoro costante per migliorare la vita della propria comunità. Qui a Campi Bisenzio non è più cosi, è solo un modo per occupare posti, una mercificazione assoluta della politica.

Non mi rassegno ad una politica del non fare, ad una politica clientelare, ad una politica che si occupa solo del quotidiano e dell’ordinario, ad una politica che fa della menzogna il sistema di governo: non mi rassegno e non mi adeguo ad una politica senza anima".

Con le dimissioni Chini ha rinunciato agli emolumenti per i consiglieri comunali maturati dall’inizio della legislatura.

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