Crisi della moda in Toscana? Dalla Regione un piano in cinque mosse per superarla
"Una traccia di azione su cui fare un gioco di squadra toscano", ha spiegato il presidente Giani alla presentazione a Palazzo Strozzi
Arriva dalla Regione Toscana un memorandum unitario di 5 punti per fronteggiare la crisi che sta vivendo il settore moda. È l’impegno preso dal presidente Eugenio Giani e condiviso con le parti sociali e amministratori locali nella nuova seduta del tavolo regionale riunito nella mattina di lunedì 25 novembre a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze alla presenza una nutrita partecipazione di parlamentari e europarlamentari di tutti gli schieramenti politici. Il documento, che il presidente redigerà nelle prossime ore, fissa le direttrici principali emerse dalla discussione, a cui ha partecipato anche il direttore di Irpet.
"Una traccia di azione su cui fare un gioco di squadra toscano - ha spiegato Giani, il quale ha insistito sulla "necessità di restare uniti per poter ricavare risultati concreti a salvaguardia dell’occupazione e della produzione di un comparto cruciale per il tessuto economico regionale e per il Made in Italy”.
Le cinque mosse
I primi due punti indirizzano l’attenzione sulla prossima legge di bilancio. Innanzitutto l’estensione della cassa integrazione per portarla dalle 8 settimane come previsto dal decreto legge dell’ottobre scorso a 12 settimane, "anche alla luce dei segnali che indicano il protrarsi della crisi per tutto il 2025". Subito dopo, il piano delle moratorie sul credito e sugli oneri fiscali, "di cui soprattutto le piccole imprese possono godere”.
Poi l’impegno sulle materie di più diretta competenza della Regione. Ovvero la formazione, "su cui – ha evidenziato Giani – possiamo offrire occasioni di riqualificazione e aggiornamento delle competenze aprendo una prospettiva di riconversione delle professionalità". E i finanziamenti attraverso la programmazione dei fondi europei, "che ci possono consentire di aprire bandi specifici per il settore e dare sostegno alla ricerca e alla competitività, creando quindi le condizioni per poter dare uno stimolo a chi guida le imprese”, oggi al centro di una crisi che “mescola cause congiunturali e strutturali”.
Infine, dice Giani enunciando il quinto capitolo del memorandum, occorre agire sulle relazioni industriali, "per attivare i nostri canali con i grandi marchi italiani ed esteri, la cui presenza sul territorio si intreccia con l’attività di migliaia di piccole e medie imprese”.