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Confartigianato Firenze: 130mila aziende della città costrette a giustificare aiuti dati dallo Stato

Confartigianato Firenze: 130mila aziende della città costrette a giustificare aiuti dati dallo Stato
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Imprese, Confartigianato Firenze: 130mila aziende della città costrette a giustificare aiuti dati dallo Stato. Il Segretario generale Ferretti: “Contestiamo tempi e modalità di una richiesta inutile. Inaccettabile la responsabilità penale su ritardi ed errori”.

Aziende della città costrette a giustificare aiuti dati dallo Stato

“La richiesta da parte del Governo di autocertificare gli aiuti di Stato ricevuti dalle imprese in tempo di pandemia non è soltanto inutile e paradossale, ma anche  dannosa ed eccessivamente repentina: serve subito una proroga”. Così Jacopo Ferretti, Segretario generale Confartigianato imprese Firenze, nel commentare la scadenza imposta per il 30 giugno e che, secondo le prime voci, dovrebbe quantomeno essere posticipata al prossimo autunno. “Sono circa 30mila gli artigiani, per un totale di 130mila aziende fiorentine, che dovranno presentare la dichiarazione. Il discorso riguarda inoltre almeno 3 milioni di Partite Iva e la somma degli aiuti da registrare ammonta a circa 5-6 milioni di euro”.

Per Confartigianato imprese Firenze si tratta di un’imposizione poco condivisibile: “E’ inutile - prosegue Ferretti - perché lo Stato ci chiede di informare l’Agenzia delle Entrate rispetto ad aiuti che lui stesso ci ha fornito durante il Covid. Non viene richiesto di indicare l’importo esatto, ma la tipologia dell’aiuto, che è già stato tracciato al momento della sua erogazione”. Un dispendio di tempo, energie e denaro: “Le imprese - precisa Ferretti - non possono presentare la documentazione richiesta senza avvalersi di professionisti. Si tratta di risorse aggiuntive che dobbiamo mettere a disposizione, quando l’agenzia delle entrate possiede già tutti gli elementi necessari”.

A peggiorare la situazione si aggiunge la responsabilità penale che scatta in caso di errori di compilazione o di invio ritardato. “Un’aggravante inaccettabile: anche per questo la proroga diventa cruciale. In un momento di ripartenza in cui le imprese artigiane reggono e si stanno riassestando ai livelli pre Covid, in alcuni casi superando anche quella soglia, si tratta di una misura incomprensibile”.

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