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Carla Casini: "Servono regole più snelle"

Carla Casini: "Servono regole più snelle"
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Carla Casini: "Servono regole più snelle"

 

Carla Casini, titolare della manifattura Alma è sicuramente uno dei volti più noti e amati, un’imprenditrice nata e cresciuta a Capalle che, oltre sue qualità professionali ha sempre mostrato una grande sensibilità e attaccamento al territorio.
Nel 2018 Carla è stata nominata Cavaliere del lavoro, ha ricevuto il Levriero d’oro dal comune di Campi e ha festeggiato i 40 anni della sua azienda dove ha inaugurato seimila metri quadri destinati alla produzione.
Alma si è affermata sul mercato mondiale grazie al lavoro dei titolari ma anche del personale che viene valorizzato molto anche dal punto di vista umano.
Alma è un unico gruppo familiare con Pointex, l’azienda del marito di Carla Casini Marco Ranaldo. Un gruppo che ha circa 330 dipendenti e un fatturato annuo che supera i 75 milioni di euro. Un’azienda che ha sempre guardato avanti e che continua ad avere le idee ben chiare anche al tempo del coronavirus.
Carla la manifattura Alma, dopo avere festeggiato i 40 anni di attività, ha proseguito il suo grande sviluppo con l’ampliamento della sede produttiva e tanti investimenti: quali erano i vostri programmi per il 2020?

«Progetti importanti, di crescita con l’acquisto di macchinari nuovi che prevedevano una serie di novità per tutto il nostro gruppo. Adesso dobbiamo vedere se il lavoro riprenderà come prima.
Noi produciamo moquette per eventi e il 55% del nostro fatturato lo facciamo con l’estero per cui adesso siamo in stand by».
Unici in Europa con la vostra linea per il riciclo della moquet che fa onore.
«Si tratta di un bel progetto per implementare gli articoli riciclabili. Ritiriamo il materiale che viene riutilizzato per il riciclo all’interno della nostra azienda.
Stiamo ritirando materiale nelle fiere. Avevamo puntato su questo aspetto portando aventi dei veri e propri studi in questo settore.
L’attenzione verso l’ambiente è importante anche se il nostro materiale non inquina ma ha la caratteristica di avere un utilizzo temporaneo e, da tempo ormai, ci preoccupiamo di non gravare sull’ambiente. Parliamo di milioni di metri di moquette usati e tolti».
Siete un’azienda nata e cresciuta su questo territorio: come saprà rialzarsi la Piana fiorentina dopo il coronavirus?
«Prima di tutto, quando sarà possibile, è necessario rimettere in moto tutte le attività.
Certo adesso il virus non è sparito per cui dobbiamo rispettare tutti le regole di distanziamento sociale e protezione.
E’ chiaro che però prima o poi le attività dovranno rimettersi in moto e penso che per affrontare la fase che ci aspetta, dopo questo virus, bisogna snellire le procedure burocratiche.
Questo è un punto importante. Adesso noi non stiamo lavorando a pieno ma se penso che domani tutti i 160 dipendenti che rientreranno in azienda dovranno essere sottoposti al controllo della febbre e firmare l’autocertificazione prima di entrare al lavoro credo che sia impossibile riprendere l’attività. Parlo in generale e dico che servono regole snelle.
Ci viene detto che dovremmo convivere con questo virus e per questo bisogna creare le condizioni che ci permettano di riaprire, seguendo le regole ma senza troppi ostacoli. Penso anche che sia importante ricominciare tutti a produrre perché siamo connessi. I settori produttivi sono legati fra loro».
Come avete modificato il vostro lavoro dopo l’arrivo del coronavirus?
«Con Alma nessun cambiamento per adesso, stiamo facendo dei prodotti di sanificazione che abbiamo intenzione di presentare sul mercato mentre la Pointex ha avviato un’attività collaterale per la produzione di mascherine, camici e dispositivi di protezione destinati all’ambiente sanitario. Una produzione che dà il via a un’attività nuova vera e propria».
I terreni sui quali potrebbe essere realizzato il nuovo stadio di Firenze sono di proprietà del vostro gruppo: come stanno andando le cose?
«Per adesso il virus ha fermato anche queste trattative. E’ un argomento che farà parte della ripresa».

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