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A Firenze l’89% delle imprese ha crediti che non riesce a monetizzare: effetto della stretta sulle cessioni dei crediti che mette al tappeto le costruzioni

I rischi? Il fallimento del 53% delle imprese, la sospensione del 75% dei cantieri in essere e il fermo del’88% dei nuovi.

A Firenze l’89% delle imprese ha crediti che non riesce a monetizzare: effetto della stretta sulle cessioni dei crediti che mette al tappeto le costruzioni
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Osservatorio CNA, cassetti fiscali pieni e casse vuote: è l’effetto della stretta sulle cessioni dei crediti che mette al tappeto le costruzioni

A Firenze, l’89% delle imprese ha crediti che non riesce a monetizzare per oltre 150 milioni di euro

I rischi? Il fallimento del 53% delle imprese, la sospensione del 75% dei cantieri in essere e il fermo del’88% dei nuovi.

L’89% delle imprese ha crediti che non riesce a monetizzare

“Ogni giorno raccogliamo le drammatiche testimonianze di chi ha eseguito lavori, applicato lo sconto in fattura anticipando al cliente il beneficio fiscale, e oggi si ritrova con il cassetto fiscale stracolmo di crediti che nessuno, neanche i soggetti che avevano assunto l’impegno di farlo, vuole o può acquistare. Parliamo di imprese che, affidandosi con fiducia ad un meccanismo varato dal Legislatore, hanno anticipato l’acquisto di materiali, pagato il personale dipendente, versato tasse e contributi in cambio di crediti fiscali che avrebbero dovuto monetizzarsi grazie alla loro ulteriore cessione e che ora, invece, si ritrovano in mano come se fosse carta straccia. La situazione in cui si trovano impantanate, oggi, migliaia di imprese edili, impiantiste e serramentiste, ulteriormente gravate dalla bolla speculativa dei costi dei materiali e dei semilavorati che si è venuta a creare, è a un passo dal trasformarsi in una vera e propria catastrofe”.

È con queste parole di Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana che l’associazione rinnova l’allarme sul caos normativo (decreto anti frodi del novembre 2021 e altri quattro interventi normativi succedutesi dal 27 gennaio al 17 maggio 2022) dei bonus edilizi che ha portato al blocco della cessione dei crediti mettendo a rischio il futuro del comparto.

“Un continuo rimetter mano alla norma che sembra avere il solo obiettivo di disincentivare il ricorso alla misura e coprire errori compiuti nella stima delle coperture finanziarie necessarie” suggerisce Cioni.

L’Osservatorio CNA che monitora costantemente il fenomeno stima che circa l’89% delle imprese della Città Metropolitana dei Firenze abbia crediti in ristagno nei propri cassetti fiscali, per un importo complessivo di oltre 150 milioni di euro.

Le ripercussioni? Ritardo nel pagamento di imposte e tasse (37% delle imprese), ritardo nel pagamento dei contributi (23%), ritardo nel pagamento dei fornitori (46%), ritardo nel pagamento dei salari (21%), ritardo nel pagamento di bollette (21%). Ma, soprattutto i rischi di sospendere i cantieri in essere (75%), di fallire (53%), di non avviare nuovi cantieri (88%), di insolvenza (82%), di sospensione del Durc (45%).

Disinnescare questa bomba economica e sociale? Per CNA è possibile, ma non con alcune delle soluzioni di cui si parla nei Palazzi Romani, come l’idea di allungare il periodo per beneficiare della deducibilità dei crediti.

 

“Ciò che serve è pensare prioritariamente alle imprese e riattivare la cessione dei crediti in modo che quelli maturati si trasformino in liquidità. Stiamo parlando di soggetti che hanno accettato uno schema di gioco nel quale sono stati chiamati ad anticipare ai cittadini un beneficio fiscale concesso dallo Stato. Peccato che, a partita in corso, il Governo abbia cambiato le regole del gioco. Bisogna intervenire prevedendo l’assunzione diretta dei crediti da parte del Governo stesso attraverso Cassa Depositi e Prestiti; ampliando la platea dei cessionari, dando la possibilità per le banche di cedere i crediti ai propri correntisti corporate rientranti nella definizione di piccole e medie imprese; riportando in partita Poste Italiane” spiega Cioni.

CNA rivolge ai parlamentari fiorentini un accorato appello ad intervenire, perché chi, oggi, può (e deve) farlo, non resti inerme a guardare il compiersi di una tragedia annunciata. Analoghe azioni si stanno svolgendo in tutte le altre province e regioni del Paese.

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