Il progetto

Storie “viaggianti”: grazie all’associazione Momo la memoria di Vernio in tutto il mondo

Nei mesi scorsi è stato chiesto a tre persone di Vernio, che hanno avuto a che fare con il Meucci, di raccontare il paese e di raccontarsi

Storie “viaggianti”: grazie all’associazione Momo la memoria di Vernio in tutto il mondo
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Valorizzare la memoria e le memorie del territorio attraverso i ricordi delle persone facendoli “viaggiare”, perché no, in tutto il mondo.
Questo l’obiettivo dell’associazione Momo che si occupa dell’organizzazione del Mumat, il museo dell’ex fabbrica Meucci a Vernio.
A spiegare il progetto che è partito proprio in questi giorni, la vicepresidente Irene Balzani.
«Con il Mumat prende il via la terza edizione di Opere Aperte che lega il museo dell’ex fabbrica Meucci a vari artisti che in ogni edizione decidono di caratterizzare in maniera diversa questo progetto. Quest’anno il Mumat si lega a Cristina Pancini, un’artista particolare che si occupa in maniera particolare dell’arte relazionale: in pratica la sua arte mette in comunicazione le persone, progetta esperienza».
Con Pancini l’associazione Momo quest’anno ha quindi pensato a un progetto davvero particolare e unico nel suo genere in Vallata che mira proprio a legare le persone attraverso ricordi ed emozioni legate al territorio, in particolare ovviamente all’ex fabbrica Meucci, ma che tramite i loro ricordi valorizzano tutta quella che è la memoria storica di Vernio.
«L’idea di questo progetto - ha spiegato Balzani - è nata nel momento difficile che abbiamo vissuto con l’isolamento legato al Covid. Così abbiamo pensato a un progetto che facesse “viaggiare” le storie ma che allo stesso tempo fosse totalmente estraneo al mondo del digitale da cui probabilmente abbiamo tutti bisogno di disintossicarci».
Così nei mesi scorsi è stato chiesto a tre persone di Vernio, che hanno avuto a che fare con il Meucci, di raccontare il paese e di raccontarsi. Due di queste persone sono Vincenzo Pieraccini e la Maria di Patocco, che entrambi hanno lavorato all’interno dell’ex fabbrica. Il terzo è Naso, Franco che da tutta la vita ha abitato sempre difronte al Meucci e che tante cose ha da raccontare.
«E’ stato un dialogo - ha spiegato Balzani - da cui è nata una bella narrazione di Vernio vissuta da loro, attraverso i loro occhi e i loro ricordi. Queste tre narrazioni a loro volta sono state trasformate in storie viaggianti. Abbiamo infatti inserito in tre scatole diverse una borsa contenente una di queste tre storie, insieme a un diario “di bordo” e a delle istruzioni».
Una scatola che di volta in volta chi la riceve leggerà a storia al suo interno, lascerà un’emozione, un ricordo, quello che questa storia ha suscitato nel diario di bordo e poi la consegnerà a sua volta a chi preferisce. Nessuno sa già oggi dove siano queste tre scatole con le tre storie viaggianti.
«Ai tre protagonisti delle storie è stato chiesto di scegliere o una data o un luogo prefissato per far terminare il viaggio dei loro ricordi. Due di loro hanno scelto una data simbolo per loro, due legate alla seconda guerra mondiale, la mitragliata su Vernio e la liberazione a Vernio, mentre Vincenzo ha scelto che la scatola torni indietro una volta arrivata a Marsiglia, dove è nata sua moglie».
Le scatole con le storie viaggianti non si sa dove siano adesso, chiunque le abbia in mano le starà leggendo, scrivendo nel diario le proprie emozioni per poi passarle ad altre persone. Questo è lo scopo del progetto per valorizzare la storia locale, del proprio paese, e magari, la speranza, è quella di farle uscire anche da Vernio, dalla Vallata, magari anche dall’Italia (le istruzioni infatti sono riportate in varie lingue), e poi tornare al Momo nel giorno stabilito.
Bisenziosette racconterà questo viaggio itinerante, le curiosità, gli eventi e gli incontri legati a questo progetto così interessante legato alla memoria di Vernio.

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