Riapre la Magliabechiana: prima storica biblioteca pubblica fiorentina
Riapre la Magliabechiana: prima storica biblioteca pubblica fiorentina
Ci sono voluti quasi due anni, ma finalmente i fiorentini tornano poter ammirare uno dei loro gioielli più preziosi: la Biblioteca Magliabechiana, la prima biblioteca pubblica di Firenze. Chiusa dal 5 febbraio 2021 per lavori di consolidamento strutturale (con aggiunta di nuova illuminazione ecosostenibile), la Biblioteca degli Uffizi, sin dalla sua apertura datata 1747, è sempre stata un punto di riferimento per intellettuali, studiosi, artisti provenienti da tutto il mondo.
Adesso, torna a nuovo splendore, osservata dal busto di colui grazie al quale la biblioteca esiste, quell'Antonio Magliabechi (erudito e bibliotecario dei granduchi medicei) che, alla morte avvenuta nel 1714, lasciò in eredità alla sua Firenze qualcosa come 30 mila volumi. Fu proprio grazie a questa donazione che la città ebbe la sua prima biblioteca pubblica e nel 1885, a Unità d'Italia ormai compiuta, prese il titolo di Biblioteca Nazionale Centrale, ovvero la più grande biblioteca italiana tutt'oggi esistente insieme a quella romana.
Con il trasferimento della Nazionale nella nuova e attuale sede di piazza dei Cavalleggeri 1, dietro Santa Croce, il settecentesco salone Magliabechiano visse fortune alterne, salvo poi trovarvi collocazione la Biblioteca degli Uffizi a partire dal 16 dicembre 1998.
E dire che il luogo dive sorse quello stesso salone inizialmente altro non era che uno degli stanzoni utilizzati sin dal Cinquecento dagli istrioni della Commedia dell'Arte per le loro rappresentazioni, conosciuto in città come Teatrino della Baldracca, dal momento che l'ingresso era su via dei Castellani, zona a quei tempi malfamata tanto da essere definita, appunto, quartiere di Baldracca per la presenza di numerose osterie e bordelli. Un'origine ben lontana da ciò che quello stanzone avrebbe rappresentato nei secoli successivi.
Ora, come detto, la Biblioteca Magliabechiana riapre dopo un'operazione di restauro costata circa 250 mila euro e sarà gratuitamente accessibile il martedì (ore 9-17), il mercoledì e il giovedì (ore 9-13). Gli studiosi potranno quindi tornare a visionare un patrimonio migliaia di decine di migliaia di testi comprendente 493 manoscritti, oltre ad archivi di valore inestimabile il Fondo Carocci, con le sue fondamentali notizie sulla Firenze medievale prima del risanamento urbanistico di fine ‘800, peraltro oggi completamente digitalizzato e a portata di mouse.
.