L'opera trafugata e un'indagine di Report che si concentra su Sgarbi. A sciogliere i dubbi forse una foto di un lucchese
Il critico d'arte rimbalza tutte le accuse
E' un giallo che piano piano va verso la conclusione quello dell'opera seicentesca "La cattura di San Pietro" di Rutilio Manetti (pittore italiano, tra i più prolifici esponenti del Seicento senese) di proprietà del critico d'arte, Vittorio Sgarbi, che risultava identica ad un'altra opera rubata. Coincidenze dice Sgarbi, opera rubata per la Report, la fortunata trasmissione Rai.
Adesso ad aggiungere altri indizi alla versione di Report ci sarebbe anche la foto di un fotografo dilettante della lucchesi. Infatti, l'opera è stata immortalata nelle sue cosiddette imperfezioni, o meglio dire, un errore di stampa lasciato Samuele De Pietri. Così quell'impercettibile errore (unico dettaglio con cui si possono distinguere l'opera e la copia) viene immortalato dal fotografo alla mostra di Lucca (fatto questo smentito dal responsabile della mostra).
Toccherà ora ai Carabinieri del Nucleo di Tutela, che da settimane indagano sulla vicenda, trovare e visionare l’opera per chiarire in modo inconfutabile se un sottosegretario alla Cultura abbia o meno nella sua collezione un’opera d’arte rubata.
Ma andiamo per ordine. A organizzare tutti i pezzi del puzzle ci hanno pensato i colleghi di Prima Torino. Pariamo proprio dal principio quando A metà dicembre del 2023, avevamo seguito il braccio di ferro tra il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi e la trasmissione Report riguardo l'opera seicentesca "La cattura di San Pietro" di Rutilio Manetti (pittore italiano, tra i più prolifici esponenti del Seicento senese) di proprietà del critico d'arte che risultava identica ad un'altra opera rubata.
I fatti in breve
E' domenica 17 dicembre 2023, quando la trasmissione di Rai 3 dedica un servizio all'opera che Sgarbi racconta di aver rinvenuto durante i lavori di restauro di Villa Maidalchina, a Viterbo, ma che invece secondo Report risulta trafugata nel 2013 dal castello di Buriasco, in Piemonte, e perciò schedata dall’Interpol.
A metà dicembre del 2023, avevamo seguito il braccio di ferro tra il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi e la trasmissione Report riguardo l'opera seicentesca "La cattura di San Pietro" di Rutilio Manetti (pittore italiano, tra i più prolifici esponenti del Seicento senese) di proprietà del critico d'arte che risultava identica ad un'altra opera rubata.
I fatti in breve
E' domenica 17 dicembre 2023, quando la trasmissione di Rai 3 dedica un servizio all'opera che Sgarbi racconta di aver rinvenuto durante i lavori di restauro di Villa Maidalchina, a Viterbo, ma che invece secondo Report risulta trafugata nel 2013 dal castello di Buriasco, in Piemonte, e perciò schedata dall’Interpol.
I ladri entrati in azione nel 2013 in provincia di Torino avrebbero tagliato l'opera dalla cornice sostituendola con una fotografia pinzata all'interno della cornice originale per ingannare al primo sguardo Margherita Buzio, la proprietaria del maniero (trasformato in ristorante).
La signora invece si accorge subito del furto e corre a fare denuncia ai carabinieri. Il lavoro eseguito dai ladri è talmente frettoloso e fatto male che quando l'inviato di Report tocca la superficie dietro alla fotografia plastificata rinviene un pezzo di tela originale rimasto attaccato alla cornice.
In seguito alla denuncia, spunta il nome di Paolo Bocedi, storico collaboratore e amico di Vittorio Sgarbi, che solo alcune settimane prima del furto aveva visitato il castello, chiedendo di acquistare proprio quell’opera.
Report ricostruisce come, nella primavera del 2013, quando il quadro era stato già rubato dal castello torinese, Bocedi abbia consegnato ad un casello autostradale, per conto di Vittorio Sgarbi, un’opera strappata e arrotolata al restauratore Gianfranco Mingardi di Brescia.
Anche Mingardi viene a lungo sentito dai giornalisti di Report. Per l'esperto non ci sono dubbi: l'opera è proprio quella rubata al castello di Buriasco ed esposta nel 2021 in una mostra a Lucca, e questo nonostante l'inserimento di una candela che nell'opera consegnata al restauratore non c'era.
Secondo Sgarbi si tratterebbe di una faccenda di coincidenze. Raggiunto dalle telecamere di Report ribadisce la sua versione: il dipinto in suo possesso si trovava a Villa Maidalchina, ed è stato rinvenuto da lui stesso in un interstizio nel sottotetto durante una ristrutturazione. Ma l'ex proprietario della villa, Luigi Achilli, lo smentisce sostenendo che nella villa non ci fossero soffitte.
Ultimo dettaglio: il testo curatoriale della mostra di Lucca spiega che la presenza dell’opera nella villa Maidalchina sarebbe certificata da un atto notarile del 1649. Peccato che Report abbia fatto rispolverare l'atto seicentesco all’archivio di Stato di Viterbo senza trovare menzione dell’opera, ma trovando invece un'altra citazione di San Pietro: "San Pietro con l'ancilla" (sarebbe questa la prova secondo Sgarbi della presenza del quadro di Manetti nella villa).
Le nuove prove
Dopo l'inchiesta, Vittorio Sgarbi ha ripercorso la vicenda ospite a Quarta Repubblica su Mediaset ribadendo la tesi che il suo quadro e quello rubato siano opere diverse e dichiarandosi insultato e offeso dai dei delinquenti che fingono di essere dei giornalisti"
Aggiungendo un importante dettaglio smentendo una sua stessa dichiarazione ai giornalisti di Report, quella che riguarderebbe il restauro del quadro da parte di Gianfranco Mingardi:
"questo signore avrà pure restaurato qualunque quadro, ma non questo".
E ribadendo che la sua opera proverebbe da Villa Maidalchina nelle campagne di Viterbo. Report intanto però è andata avanti nelle indagini.
Come prima cosa i giornalisti tornano sul dipinto "San Pietro e l'Ancilla" che in un testo curatoriale del 2010 ad opera di Marco Ciampolini coautore con Vittorio Sgarbi del testo della mostra lucchese viene intitolata "La cattura di San Pietro"(ubicazione sconosciuta).
Ma per lo storico dell'arte Alessandro Bagnoli si tratta di un errore spiegando come nel dipinto con l'ancella viene raffigurato un momento diverso della vita di San Pietro.
Il tassello mancante
A questo punto entra in gioco un elemento cruciale: vi ricordate del pezzo di tela originale rimasto attaccato alla cornice e ritrovato dall'inviato di Report? Il frammento coincide perfettamente con la foto a grandezza naturale dell'opera effettuata da Gianfranco Mingardi che dimostra come la tela sia piena di buchi.
Ma una volta restaurata che tragitto ha fatto l'opera? Nel maggio del 2018 il trasportatore di fiducia di Sgarbi, Valerio Zennoni, porta il dipinto a Rho Ferrarese sede della Fondazione Cavallini Sgarbi, l'opera (lo dimostrano le foto di Mingardi non ha la candela), poi sempre Zennoni trasporta il dipinto a Padova nello studio di un'affermata restauratrice, Valentina Piovan. Nell'ottobre del 2020 Samuele De Pietri recupera il dipinto nello studio della restauratrice e lo porta nella sua azienda a Correggio, la GLAB specializzata in scansione e stampe ad altissima qualità, e qui si opera di effettuare una scansione ad alta risoluzione del dipinto dove appare la fiaccola.
Dall’analisi della scansione a 16k dell’opera emergerebbero prove difficilmente confutabili.
La prova del "craclé"
Osservando le scansioni ad alta risoluzione Samuele De Pietri e il fratello Cristian fanno notare come l'opera sia ricoperta di crepature (in gergo craclè) dovute al tempo, esclusi il punto dove ci sono stati dei ritocchi, ma soprattutto escluso il punto dove c'è la candela che oltretutto appare in rilievo rispetto al resto dell'opera.
I due quadri confrontati (quello di proprietà di Sgarbi e quello trafugato fotografato da Mingardi pieno di buchi) sovrapposti non solo coincidono tutti i buchi, ma anche una piega orizzontale.
Secondo il parere di un altro restauratore, Jacopo Carli, la candela è stata aggiunta è della stessa opinione anche lo storico d'arte Alessandro Bagnoli che sottolinea come la fiaccola non abbia l'apparenza di una candela seicentesca.
Fino alla foto con l'errore di stampa esposta a Lucca. Toccherà ora ai Carabinieri del Nucleo di Tutela, che da settimane indagano sulla vicenda, trovare e visionare l’opera per chiarire in modo inconfutabile se un sottosegretario alla Cultura abbia o meno nella sua collezione un’opera d’arte rubata.
Ma intanto Sgarbi fa sapere che ha venduto l'opera all'estero.