Eleonora Santanni da Montemurlo alla spettacolare villa Petraia
L’edificio patrimonio Unesco per la prima volta apre le sue porte a un progetto artistico autobiografico.
L’avvocatessa artista Eleonora Santanni da Montemurlo alla straordinaria villa Petraia. E’ stata inaugurata la mostra realizzata dall’artista montemurlese, e che già lo scorso anno aveva ricevuto tanto successo esposta a Montemurlo, “Le Scapate. Donne oltre le ferite”.
Eleonora Santanni da Montemurlo a villa Petraia
Inaugurata la mostra “Le Scapate. Donne oltre le ferite”, il progetto artistico di Eleonora Santanni e Serena Gallorini, curato da Elisabetta Rizzuto in collaborazione con Marco Mozzo e promosso dall’associazione Pericle in partenariato con il Polo Museale della Toscana.
Eleonora Santanni da Montemurlo alla spettacolare villa Petraia
“Le Scapate. Donne oltre le ferite” è un progetto site specific, pensato per gli spazi della villa Medicea, dal 2013 Patrimonio Unesco, che per la prima volta si apre ai linguaggi dell’arte contemporanea.
Le opere in mostra nascono da un’esperienza autobiografica di Eleonora Santanni legata alla malattia e alla perdita di una parte del proprio corpo, il seno, in seguito a un tumore alla mammella; installazioni, sculture in materiale plastico, quadri materici e foto, saranno inserite in un contesto di grande valore artistico instaurando un dialogo con la bellissima Venere-Fiorenza del Giambologna, simbolo di bellezza e della forza della città di Firenze, ospitata al piano nobile dell’edificio.
Il progetto artistico
Il progetto parte da una riflessione sul corpo della donna in tutte le sue forme, da simulacro estetico a centro dell’attenzione mediatica, come soggetto e, allo stesso tempo, oggetto centrale nelle nostre comunità attuali. Le Scapate racconta in particolare il corpo della donna segnato da eventi traumatici e dalla malattia, con la consapevolezza che oggi c’è un vuoto, un’incapacità connaturata nell’immaginario contemporaneo di restituire un’immagine a questi corpi che sono stati malati e che sono rinati.
Il linguaggio
In un contesto sociale, culturale e artistico che rifiuta o sospende spesso la trattazione di questo tema, il progetto, tramite il linguaggio dell’arte, restituisce un’immagine corporea alle donne che hanno affrontato malattie, lesioni e mutilazioni, che quotidianamente si confrontano con la ricostruzione della propria “immagine corporea”, combattendo angosce e fragilità, per recuperare l’autostima e una rinnovata immagine di sé.
Sventate, svagate, allegre e scanzonate e insofferenti a ogni regola, in una sola parola “scapate”, cioè senza testa, le donne raccontate da Eleonora Santanni, con il supporto fotografico di Serena Gallorini, elaborano una nuova visione di sé anche attraverso immagini di grande impatto emotivo in cui il realismo della cicatrice diventa simbolo di rinascita.
Al di fuori di ogni rigido canone estetico corrente, il corpo della donna rappresentato nei lavori della Santanni e della Gallorini è una sorta di “Venere contemporanea” che mette in mostra le proprie cicatrici come medaglie a valore, simbolo della vittoriosa lotta per la vita, per l’amore e la bellezza.
Patrocinata dalla Lilt, sezione di Firenze, e dalla Fidapa sezione di Firenze centro, la mostra prevede su prenotazione delle speciali visite guidate da parte delle artiste e sarà visitabile fino al 10 novembre.
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