Da Bisenziosette

A Vaiano famiglia "ostaggio" di una gang di ragazzi

La storia che abbiamo raccontato sul nostro settimanale uscito il 7 agosto scorso: una famiglia cinese, a Vaiano, "ostaggio" di una gang di giovani e il rammarico del padre che racconta le sue sensazioni.

A Vaiano famiglia "ostaggio" di una gang di ragazzi
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Il racconto disperate del padre di una famiglia cinese che da due anni è residente a Vaiano che si era trasferita in Vallata con tutte le migliori intenzioni ma che adesso sta vacillando di fronte all'idea di andarsene di nuovo. E pensare che, durante il lockdown, avevano donato mascherine anche ai vicini di casa ed ai bambini che vanno a scuola coi figli. L'articolo pubblicato dallo scorso 7 agosto sul nostro settimanale "BISENZIOSETTE".

A Vaiano famiglia "ostaggio" di una gang

Non è più vita per una famiglia cinese da circa due anni residente a Vaiano, ormai da mesi presa di mira da un gruppo di ragazzini che li aspetta a casa e li fa vivere nel terrore tra scippi e tentativi di entrare nell’abitazione durante la notte.

«Siamo tornati a vivere a Vaiano perché ci piaceva, ci sembrava molto più tranquillo di Prato, dove abitavamo prima, e lo è. In particolare la via dove abitiamo ci è piaciuta fin dall’inizio proprio per questo motivo. Però una volta venuti a vivere qui le cose sono cambiate. Fin dall’inizio abbiamo visto un gruppetto di ragazzini che spesso si aggiravano con fare sospetto vicino casa. Ma per mesi e mesi non hanno fatto niente di che. Poi però a febbraio scorso abbiamo subito il primo scippo. C’era mia moglie da sola in auto che aveva appena parcheggiato a casa e strattonandola le hanno portato via cellulare e chiavi. Avevano preso anche una borsa ma quando si sono accorti che dentro c’era solo del cibo l’hanno buttata a terra e sono scappati. Ovviamente abbiamo cambiato subito la serratura. Poi sarà per il lockdown e i controlli più serrati ma per mesi non li abbiamo rivisti. Fino al 25 luglio, sabato notte. Anche in quel caso mia moglie, che ha un ristorante, era appena rientrata a casa con mio figlio, intorno a mezzanotte. Li hanno aspettati vicino casa e appena mia moglie ha parcheggiato loro di corsa hanno aperto gli sportelli della macchina e li hanno aggrediti e scippati portando via uno zaino».

La scena l’uomo la ricorda perfettamente, oltre ad avere le immagini anche sulla telecamera davanti casa che ha ripreso tutta la scena.

«Mia moglie e mio figlio, anche dopo che questi ragazzi se ne sono andati, sono rimasti chiusi in auto. Non riuscivano a uscire per la paura, erano scioccati».

Un episodio che seguito all’altro ha sconvolto tutta la famiglia, ma non è finita qui.

«Il primo agosto intorno alle tre e mezza di notte abbiamo sentito l’allarme suonare. Ha suonato per poco tempo, mia figlia lo ha spento subito. Un’ora dopo mi sono risvegliato e ho guardato attraverso la telecamera cosa lo avesse fatto scattare. E ho visto i ragazzi che, mentre uno faceva il palo, gli altri tentavano di entrare in casa dal garage. E lì veramente ho avuto paura».

E lo si legge negli occhi dell’uomo tutta l’apprensione che sta vivendo in questi giorni.

«Abbiamo tre figli piccoli in casa. Se questi ragazzi fossero entrati cosa sarebbe successo? E se avessero incontrato i miei figli? E’ dallo scorso anno che denuncio questa situazione alle forze dell’ordine, senza mai dire niente o disturbare i vicini, ma dopo questo tentativo di entrare in casa sono veramente preoccupato e impaurito per la mia famiglia e quindi ho chiesto e detto a tutti cosa sta succedendo e se hanno visto qualcosa».

L’indagine dei carabinieri è in corso.

«Per noi questa non è più vita - ha continuato il padre di casa - Ogni notte quando mia moglie torna dal lavoro, perché appunto con il ristorante lei fa quell’orario e torna tardi la sera, appena arriva ci telefona e andiamo, tutti insieme, a prenderla alla macchina. Mio figlio a soli nove anni ha detto all’insegnante che ha paura ogni volta che la mamma va a lavorare e non vuole che vada. Un bambino non può vivere così, con questa paura, con questa angoscia costante. Per non parlare di mia moglie che ormai non dorme più e sta tutto il tempo a guardare quelle telecamere anche quando è a letto perché ha paura che quei ragazzi siano lì appostati vicino casa».

Una vita insostenibile per tutta la famiglia tanto che «mia moglie - ha spiegato l’uomo - un giorno ha detto anche “Basta, torniamocene in Cina”. Ci dispiace molto perché Vaiano ci piace. Ci è sempre piaciuta per questo siamo tornati a vivere qui, proprio perché ci piaceva la tranquillità del paese. Ora però, almeno per noi, questa tranquillità non c’è più. E non solo per noi. Da amici e parenti ho saputo che negli ultimi due mesi soprattutto sono aumentati a dismisura gli scippi nei confronti dei cittadini cinesi a Prato».

La famiglia, tranquilla, che in due anni non ha mai creato un problema nella via, ha adesso tutto il supporto dei vicini. In periodo di lockdown, quando all’inizio qui in Italia era quasi impossibile reperire una mascherina, loro ne hanno regalate ai vicini e alle classi e insegnanti dei loro bambini.

«Noi ne avevamo molte - ha spiegato lui - e sapevo che per voi qui era difficile averle in quel momento, quindi ho cercato di darle ai vicini e a chi potevo».

Una solidarietà che già all’epoca non era passata inosservata da parte di una famiglia che adesso sta vivendo un vero e proprio incubo.

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