CRONACA

Troppi scomparsi in Italia: dal 1974 sono 64mila persone

A parlare di queste scomparse è Emanuela Zuccagnoli, referente di Penelope Toscana, l’associazione nata proprio con l’intento di dare supporto psicologico e legale alle famiglie delle persone scomparse che in questi anni ha combattuto e ottenuto dei pilastri fondamentali.

Troppi scomparsi in Italia: dal 1974 sono 64mila persone
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Il ritrovamento del corpo di Federico Lugato dopo 18 giorni dalla tragica escursione, a molti ha fatto tornare alla mente la scomparsa di Carla Fredducci, la sestese che nell’estate del 2017 è andata a fare un’escursione negli stessi luoghi di Lugato senza più tornare. Il suo corpo però, a differenza di Lugato, non è mai stato ritrovato.
Carla è scomparsa il 14 agosto del 2017 a 58 anni e di lei da allora non si hanno più tracce. In Italia dal 1974 a oggi sono 64mila le persone di cui non si sa più niente.

La referente di Penelope Toscana

A parlare di queste scomparse è Emanuela Zuccagnoli, referente di Penelope Toscana, l’associazione nata proprio con l’intento di dare supporto psicologico e legale alle famiglie delle persone scomparse che in questi anni ha combattuto e ottenuto dei pilastri fondamentali.
«Penelope è nata nel 2012 - ha raccontato Zuccaglia - e in questi anni ha ottenuto dei passaggi considerati fondamentali. Prima di tutto Penelope si batte da sempre perché si smetta di parlare di “allontanamento volontario” prima ancora di aver trovato la persona e che le ricerche inizino subito una volta arrivata la denuncia e non 48 ore come era prima. Effettivamente con la legge 203 del 2012 si è ottenuto questo passo importante, anche perché le prime ore della scomparsa di una persona sono molto importanti.

Un’altra battaglia vinta da Penelope è stata l’aver inserito in Italia, unico paese in Europa, la figura del commissario di governo per le persone scomparse. Attualmente la commissaria è Silvana Riccio. Purtroppo a oggi questa è una carica annuale e adesso il nostro obiettivo è di portarla a carica almeno triennale. Questo perché sappiamo benissimo che quando si entra in qualsiasi situazione serve del tempo per ambientarsi, a maggior ragione per un incarico così delicato. Un anno non basta, anche se Riccio fortunatamente è già al suo secondo anno perché è stata riconfermata».

Negli anni Penelope si è costituita nelle varie associazioni territoriali e così è nata anche Penelope Toscana.
«Da sempre offriamo supporto psicologico alle famiglie. La nostra è un’associazione particolare, i volontari non sono molti, anche perché ci si affaccia a questo mondo solo se se ne viene toccati. Ultimamente però abbiamo iniziato anche una nostra azione investigativa che non vuole essere assolutamente contro a quella fatta dalle forze dell’ordine. Spesso però le ricerche vengono fermate, se non si trova la persona, entro pochi giorni dalla scomparsa. Noi non ci arrendiamo e continuiamo con le ricerche. Lo stesso abbiamo cercato di fare per esempio per Carla Fredducci. Abbiamo cercato di organizzarci, nell’inverno dopo la sua scomparsa e dopo che le ricerche da parte delle forze dell’ordine erano cessate, di organizzare un altro campo di ricerche. Avevamo chiesto tre giorni almeno, ma alla fine ce ne è stato concesso solo uno. Quando abbiamo saputo di Federico, scomparso nello stesso punto di Carla, non nego che abbiamo sperato che le ricerche iniziate per lui portassero anche alla scoperta di Carla. In questi giorni infatti ci siamo sentite più volte anche con la presidentessa di Penelope Veneto».
In quello stesso punto in cui nel 2017 è scomparsa Carla Fredducci e in cui è stato ritrovato il corpo senza vita di Lugato, negli anni sono scomparse 20 persone.

«Il periodo peggiore, quello con il maggior numero di scomparse è il periodo estivo. E come luogo il peggiore è la montagna e i suoi boschi. A volte non ci si rene conto di quanto sia difficile ritrovare una persona, anche un escursionista esperto che può aver avuto dei problemi. Il nostro scopo è anche quello di sensibilizzare: se si va a fare un’escursione, anche se si è esperti, non solo bisogna dire dove si va ma anche quale sentiero si ha intenzione di percorrere. E va detto che anche in questo caso le ricerche non sono semplici. La montagna nasconde, purtroppo, molto bene».

I numeri di questa ultima estate sono impressionanti.

«Il commissario straordinario Riccio ha detto che da gennaio al 30 giugno in Italia sono scomparse 12mila persone senza lasciare traccia. In soli due mesi, a luglio e agosto, ne sono scomparse settemila. Ricordo che la settimana subito dopo Ferragosto, dal 16 al 26, non si riparava a pubblicare post di persone scomparse».

E i social da questo punto di vista sono diventati un alleato prezioso per Penelope.

«E’ un mezzo di diffusione importante per le immagini delle persone scomparse - ha continuato Zuccagnoli - infatti anche molte Prefetture stanno iniziando a usarlo, soprattutto Facebook. Grazie alla condivisione non è raro che qualcuno riconosca la persona e avverta le forze dell’ordine, abbiamo vari esempi di persone ritrovate e aiutate così».

Un’altra cosa fondamentale e che spesso le persone non sanno riguarda proprio la denuncia.

«Non sono solo i familiari a poter denunciare una scomparsa - ha precisato la presidentessa di Penelope Toscana - Tutti possono farlo, amici, vicini... Anche perché se una persona vive da sola, lontana dia parenti o non ne ha è ovvio che amici e vicini in questo caso conoscono meglio quella persona e capiscono se è scomparsa».

A scomparire in Italia la maggior parte sono giovani.

«Quest’estate in maniera particolare - ha spiegato Zuccagnoli - anche a causa dei tanti “rave” sono state veramente tante le denunce di scomparsa per i più giovani. Gli adolescenti in particolare sono in uno stato particolare che anche un semplice disguido in famiglia o problemi a scuola possono portarli a una situazione di allontanamento per il quale però vanno aiutati. Ecco perché consideriamo il fenomeno della scomparsa un fenomeno sociale. E L’estate appunto è il periodo peggiore per chi ha problemi di salute neurodegenerativi perché aumentano con il caldo, ma anche varie ansie e problemi in casa. La pandemia e in particolare la prima chiusura totale da marzo del 2020 ha portato un fenomeno ovviamente del tutto diverso. In quel periodo c’è stato un drastico caso delle persone scomparse. Appena però c’è stata una riapertura, con quella che conosciamo tutti ormai come una riapertura a zone per colori, ecco che subito è aumentato a dismisura il numero delle persone scomparse. E sono convinta che i numero di questo 2021 che arriveranno ovviamente all’inizio del prossimo, saranno molto alti».

Parlando poi in particolare della Toscana dove i nostri settimanali Bisenziosette, Chiantisette, Valdelsasette e il Giornale di Pistoia e della Valdinievole, negli anni si sono occupati di varie scomparse di cui a oggi no si ha alcuna notizia, la situazione varia da provincia a provincia.
Abbiamo ricordato la scomparsa di Carla Fredducci di Sesto Fiorentino, ma un’altra di cui ancora oggi ci si interroga è quella di Ennio Ponziani da Casalguidi il 10 novembre del 2019.

«Se è vero che il bosco nasconde purtroppo molto bene - ha commentato Emanuela Zuccagnoli - ci si stupisce molto di più invece delle persone che scompaiono nei centri urbani e di cui non si riesce più a trovare traccia. In Toscana la provincia con il più alto numero di persone scomparse, vuoi anche perché è quella con il più alto numero di popolazione probabilmente, è sicuramente Firenze, seguita da Pisa e Lucca. Altre province come Pistoia e Arezzo sono più tranquille, qui le denunce per scomparsa solitamente non sono molte rispetto ai numeri appunto di Firenze. Per quanto riguarda l’Italia in generale poi la provincia con il numero più alto di scomparsi è Roma».
E per le persone che rimangono, parenti e amici, quella porta del cuore e dell’anima rimane sempre aperta.

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