Suv incendiato e bara con la foto di un imprenditore tessile: atto intimidatorio a Prato
La Polizia di Prato non esclude che l'atto intimidatorio faccia parte di una faida tra connazionali, forse a sfondo mafioso
Due uomini, a volto coperto, portano a spalla una bara sulla quale vi è la foto di un uomo, lasciandola dove il loro bersaglio possa vederla bene. Poi si dirigono verso un Suv in sosta in un parcheggio pubblico, una Hyundai, e gli danno fuoco.
Una bara in strada e un'auto bruciata. Un messaggio chiaro, un atto intimidatorio in piena regola, immortalato da una delle telecamere di sorveglianza del Wall Art Hotel di viale della Repubblica a Prato.
Il bersaglio e l'indagine
Il bersaglio è un imprenditore tessile, cittadino cinese 40enne, che nella notte dell'incendio dormiva proprio nel suddetto albergo. L'uomo - senza nessun precedente - avrebbe interessi economici sia a Campi Bisenzio, dove si trova il suo stabilimento, sia nel pratese.
Ed è proprio il settore tessile che potrebbe nascondere il movente dell'intimidazione nei suoi confronti. Questa una delle piste seguite dalla Polizia di Prato, la quale non esclude la possibilità di una faida tra connazionali, forse a sfondo mafioso. Certo lo farebbe pensare il metodo con cui si sono svolti i fatti, che subito ha richiamato alla mente le modalità della criminalità organizzata.
A scoprire i dettagli del macabro ritrovamento è stata la polizia, intervenuta su richiesta dei vigili del fuoco. Sono stati i pompieri a dover aprire la cassa da morto. In un primo momento gli investigatori hanno temuto anche che al suo interno potesse veramente esserci un cadavere. La Procura ha aperto un fascicolo per i reati di estorsione e danneggiamento. Le indagini proseguono nel frattempo, a caccia di una spiegazione definitiva all'accaduto.
Le immagini della telecamere di sorveglianza