Carcere in difficoltà

Sollicciano, una realtà invisibile per i detenuti

L'associazione Pantagruel denuncia: "Mancano riscaldamento, manutenzioni e opportunità"

Sollicciano, una realtà invisibile per i detenuti

“In carcere non manca solo l’acqua calda. Le condizioni di vita a Sollicciano sono inaccettabili, i percorsi di salute mentale sono discontinui, il reinserimento sociale è quasi assente e le manutenzioni strutturali sono gravemente in ritardo. Per questo chiediamo alla nuova giunta regionale di considerare il carcere una priorità”.

Queste le parole dell’associazione Pantagruel, attiva da anni nel supporto ai detenuti della casa circondariale fiorentina, in particolare per quanto riguarda i percorsi di accompagnamento sociale, sanitario e formativo, dopo le recenti notizie che giungono da Sollicciano.

“Ci sono detenuti uomini che tra poche settimane usciranno dal carcere senza un piano: non hanno una casa, non sanno come recuperare i documenti, né dove mangiare o lavarsi. Temono di tornare in strada e di ricadere nelle dipendenze o nella piccola criminalità, vivendo nell’ombra dell’invisibilità”, raccontano i volontari di Pantagruel.

“Le detenute donne, invece, si interrogano sulle mancate opportunità di studio e formazione all’interno del carcere. Si chiedono chi possa aiutarle a trovare un lavoro e una sistemazione dignitosa una volta uscite”, spiegano i membri dell’associazione.

“La quotidianità del carcere è segnata da riscaldamenti non funzionanti, infestazioni mai risolte e dalla percezione, sia tra agenti che detenuti, che il degrado sia diventato una normalità”, aggiungono da Pantagruel.

“L’appello che rivolgiamo al presidente Giani e alla nuova giunta toscana – conclude Stefano Cecconi, vicepresidente dell’associazione – è chiaro: chi vive e lavora a Sollicciano non può più restare invisibile”.