la testimonianza

Quando gli autovelox servono solo per fare cassa: l'intervento di Francesco Tagliente a Italia7

A "Dentro la Notizia" su Italia7 l'ex Prefetto Francesco Tagliente ha affrontato lo spinoso argomento delle multe fatte dagli autovelox: ecco l'analisi completa in base alla sua esperienza maturata sul campo.

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Questa mattina, sabato 15 ottobre 2022, l'intervento di Francesco Tagliente, ex Prefetto e Questore particolarmente conosciuto in tutto il Paese ed in particolar modo in Toscana, negli studi di Italia7 per parlare di multe e autovelox.

Multe e autovelox, il pensiero di Francesco Tagliente


di Francesco Tagliente

A proposito di “multicidio” da autovelox per fare cassa. Questa mattina me l'hanno servita su un piatto d'argento. In trasmissione si parlava delle 400 mila multe da autovelox nei primi 8 mesi del 2022. Circa 1600 multe al giorno. Si parlava di “multicidio” e di come vengono messi a bilancio gli 85-86 milioni di euro ricavati dalle relative sanzioni amministrativa.

Ho colto l’occasione per chiarire che gli strumenti di rilevazione della velocità (autovelox, velocar, tutor e telelaser) devono rispondere alle esigenze di migliorare la sicurezza stradale e ridurre il numero degli incidenti causati dall'eccesso di velocità. E’ necessario quindi un periodico monitoraggio delle infrazioni. Se risulta che su un tratto di strada ci sono tante infrazioni, l’ente proprietario della strada che incassa le sanzioni, deve intervenire per mettere in sicurezza la circolazione. Deve intervenire non limitarsi ad incassare le sanzioni.

Per essere più concreto ho ricordato che da Prefetto di Pisa, accortomi che dai 12 autovelox gestiti dalla Provincia erano state inviate 43.527 multe per un totale di oltre otto milioni di euro, decisi di fare personalmente un sopralluogo sulla strada più multata e mi resi conto che quell’autovelox rappresentava un pericolo piuttosto che una sicurezza per la circolazione. La maggior parte dei conducenti sorpassava i pochi veicoli che rispettavano il limite di velocità (forse perché già sanzionati in quel tratto) creando un reale pericolo di incidenti.

Chiesi al comandante della sezione della Polizia stradale Pietro Ciaramella una relazione per valutare la rispondenza dell’autovelox ai criteri di indirizzo e coordinamento del Ministero dell'Interno, che è bene ricordarlo, sono quelli di migliorare la sicurezza stradale e ridurre il numero degli incidenti causati dall'eccesso di velocità e non certo per fare cassa. Al termine della verifica con un decreto prefettizio feci spegnare quasi tutti gli autovelox fissi non rispondenti ai requisiti della Provincia.

Un rilevatore di velocità non deve essere 'eterno'. Toglierlo significa aver 'curato' quella strada malata e quindi averla guarita. Un autovelox può benissimo essere spostato, spento per un periodo, spento per alcune ore, insomma va fatta una analisi del suo funzionamento in rapporto alla incidentalità. Come minimo deve modificare e rendere più visibile e più sicura la segnaletica.

Serve un organismo di controllo anche sui criteri delle riscossioni. Mi risultano casi anomali come la richiesta con ordinanza di ingiunzione, non omesso pagamento e notifica i dati richiesti dalla polizia municipale per la decurtazione dei punti sulla patente, ma per aver indirizzato la pec a “pm.patentiapunti@pec.comune ...” anziché “pm.patenteapunti@pec.comune ...”.

In pratica una sanzione per la “i” invece della “e” nella pec , di cui era pervenuta regolare ricevuta di ricezione altrimenti l’interessato si sarebbe accorto dell’errore ripetendo l’invio.

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