la denuncia

Prato, Pasquetta di sangue in carcere: detenuto aggredisce poliziotto

Il Sappe: "Servono nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili"

Prato, Pasquetta di sangue in carcere: detenuto aggredisce poliziotto
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Setto nasale e due denti rotti. E' il bollettino medico dopo l'aggressione di ieri, 10 aprile 2023, a un poliziotto nel carcere di Prato. A denunciare l'accaduto è il sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe).

I fatti

A ricostruire l'accaduto è Francesco Oliviero, segretario regionale per la Toscana.

«Continuano le aggressioni da parte dei detenuti nei confronti della Polizia penitenziaria in Toscana - ha detto -  Questa volta è il personale in servizio alla Casa Circondariale di Prato. Nella giornata di ieri, lunedì di Pasquetta, un detenuto italiano di 32 anni con problemi psichiatrici e con posizione giuridica definitivo, in carcere per vari e più reati comuni, intorno alle ore 21:45, mentre si trovava nell’infermeria adiacente alla sezione detentiva, sferra un pugno al volto di un assistente capo coordinatore di Polizia penitenziaria senza un motivo ben preciso.

La violenza è stata tale che al collega ha provocato la rottura del setto nasale e di due denti. Solo grazie al pronto intervento del personale in servizio si sono evitate conseguenze peggiori. Nella stessa giornata il detenuto aveva già precedentemente sputato ad un agente e tentato di aggredirne un altro. Era palese che prima o poi si sarebbe verificato un episodio critico ai danni del personale, in quanto il detenuto non è nuovo a comportamenti aggressivi. L’assistente capo coordinatore è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso cittadino con un mezzo del 118 e con prognosi ancora da definire».

L'appello del segretario regionale del Sappe

«Le carceri della Toscana stanno vivendo ormai da tempo momenti di grande difficoltà nella gestione dei detenuti. Sono continue le aggressioni al personale che si verificano senza che vi sia un intervento da parte degli uffici ministeriali e dipartimentali. Vergogna. Questo l’unico termine ormai che si può utilizzare contro chi avrebbe ed ha il dovere di tutelare i poliziotti penitenziari. Ci aspettiamo una punizione esemplare e l’immediato allontanamento del detenuto».

Dello stesso avviso anche Donato Capece, segretario generale del Sappe.

«Non passa giorno che non si verificano aggressioni nei confronti della Polizia penitenziaria che presta servizio nelle carceri per adulti e minori della Nazione, e di quelle toscane in particolare - ha aggiunto Capece - Siamo sconcertati dall’assenza di provvedimenti in merito contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno.

Così non si può andare avanti - ha evidenziato ancora il segretario generale del Sappe, che esprime la solidarietà del primo sindacato del corpo al reparto di Polizia penitenziaria del carcere di Prato - Le colleghe ed i colleghi di Prato e della Toscana non sentono vicini a loro le istituzioni penitenziarie, che sembrano sottovalutare la gravità della situazione penitenziaria. Servono, e il Sappe torna a sollecitare ulteriormente, provvedimenti concreti ed urgenti per fronteggiare la grave situazione. Servono fatti, non chiacchiere.

Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di avere, a propria tutela, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, per altro promessi da mesi dai vertici ministeriali ma di cui in periferia non c’è traccia alcuna».

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