Paziente aggredisce due infermiere. Una la trascina per i capelli
Ennesima aggressione ai danni dei sanitari. E' successo la notte tra il 5 e il 6 gennaio all'ospedale Santo Stefano di Prato
In tempo di Covid li chiamavano eroi. Nel 2025 in Toscana sono già due le aggressioni nei reparti degli ospedali. La prima qualche giorno fa all'ospedale Cisanello di Pisa. L'ultima la notte tra il 5 e il 6 gennaio 2025 a Prato. Ore di follia.
Due le infermiere picchiate e un’operatrice socio sanitaria da un paziente di origine straniera ricoverato nel reparto di Psichiatria del Santo Stefano.
Le tre donne hanno cercato di sfuggire al loro aggressore, che le ha colpite con violenza. Ad avere la peggio è stata l’infermiera più giovane, picchiata selvaggiamente dall’uomo che le ha tirato i capelli e l’ha trascinata nel corridoio. Conseguenze più gravi sono state evitate soltanto grazie all’intervento delle guardie giurate e delle forze dell’ordine, che sono riuscite ad allontanare la giovane sanitaria dall’aggressore.
"Un episodio molto preoccupante - commenta Roberto Cesario, segretario territoriale di NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche - che conferma la gravità della situazione che gli infermieri sono costretti a vivere ogni giorno all’interno dell’ospedale di Prato.
Più volte abbiamo richiamato l’attenzione della direzione sanitaria e delle istituzioni per mettere in campo tutte le azioni necessarie a evitare che si verifichino episodi di questo genere. La situazione è fuori controllo e ci troviamo davanti a un’escalation pericolosa: chiediamo un confronto immediato con la direzione sanitaria e la Prefettura perché la sicurezza del personale che lavora in ospedale è, per NurSind, una priorità. Infine bisogna che tutti prendano coscienza del fatto che l’ospedale non può essere la soluzione per queste gravi situazioni di disagio".
Secondo dati diffusi nelle settimane scorse dall'Ordine dei Medici di Firenze, negli ultimi tre anni, le violenze nei confronti del personale sanitario sono aumentate del 30%, con le donne che rappresentano il 59% delle vittime. Questi numeri sono un campanello d'allarme che non possiamo più ignorare.
"La paura e il rischio di aggressioni non possono e non devono diventare una condizione normale di lavoro per i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario. Questo arresto è la dimostrazione che la legge può essere uno strumento efficace – aveva detto nei giorni scorsi il presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze, Pietro Dattolo - ma dobbiamo fare di più, sia in termini di sensibilizzazione che di prevenzione".
Convocato un audit
Sabato scorso, 4 gennaio, gli operatori di un Cas (Centro di Accoglienza Straordinaria) hanno segnalato la situazione problematica di un giovane di origini gambiane di 21 anni, che aveva avuto fino a quel momento un percorso regolare e senza apparenti problemi di adattamento, per una valutazione clinica. Era stata concordata una prima visita presso il Centro di salute mentale territoriale per martedì 7, salvo la possibilità di accesso al Pronto Soccorso, in caso di necessità.
Di fatto, questa necessità si è presentata ed è stato ritenuto opportuno un ricovero per un'osservazione più approfondita presso il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura dell'Ospedale Santo Stefano di Prato. In data 6/1/2025, verso le ore 3 del mattino, il paziente si è scagliato contro il personale curante in maniera improvvisa ed immotivata, procurando contusioni con una prognosi di sette giorni a due infermiere e a una Oss. E' stato necessario l'intervento delle guardie giurate e delle forze dell'ordine e di altro personale sanitario per gestire il grave episodio di violenza. E' prevista la convocazione di un audit per meglio comprendere le azioni di prevenzione possibili rispetto a simili eventi avversi.