Orco in carcere: violenza su due bimbi di 10 e 6 anni. Era già stato denunciato in passato da due minori
Si sono aperte le porte del carcere per un 37enne di origini pakistane
Chiuso il cerchio sull'orco, che ha molestato due bimbi di 10 e sei anni. Siamo nell'aretino, davanti alla scuola Sante Tani, nel cuore di Saione. E' qui che si è appostato un 37enne di origini pakistane, avvicinando prima un bimbo delle elementari dandogli un bacio sulla guancia e poi toccando nelle parti intime un altro piccolo di appena sei anni. I fatti risalgono allo scorso 9 febbraio 2024.
La ricostruzione
La vita del 37enne sembrava apparentemente normale. Un lavoro regolare e una quotidianità che non destava sospetto. Peccato, però, che già in passato fosse stato denunciato da due minori per molestie. Ma andiamo per ordine. Come detto sono due gli episodi su cui si sono concentrate le ricerche della Mobile di Arezzo.
Nel primo caso l’uomo aveva preso di mira un bambino di dieci anni. Si è avvicinato per baciarlo sulla guancia, ma la vicinanza della mamma lo aveva fatto allontanare. Poco dopo il secondo episodio.
Una mamma stava accompagnando il figlio di sei anni a scuola quando, dopo aver girato lo sguardo per pochi secondi, non lo ha più visto. Si è allora precipitata a scuola pensando che fosse entrato, ma non lo ha trovato. Immediato l’allarme. Tornando sui suoi passi lo ha trovato, aveva i pantaloncini sganciati. Il piccolo, visibilmente scosso, aveva raccontato di essere stato avvicinato da un uomo che lo aveva portato dietro ad un cespuglio. A quel punto gli aveva abbassato i pantaloni e lo aveva toccato nella parti intime.
L'allarme dei genitori
E' un tam tam quello che gira nelle chat di whatsApp.
"Attenzione, un’auto scura si avvicina alle mamme nei pressi delle scuole e tenta di rapire i bambini che accompagnano".
Non è un creare allarmismo quello dei genitori, che sul caso ci avevano visto giusto. Iniziano subito le indagini della Polizia. Setacciate le telecamere di videosorveglianza, che danno conferma di quanto riferito.
"Le immagini confermavano quanto detto dai bambini. Ma non permettevano di individuare l’uomo. Così sono iniziati i servizi di osservazione in borghese nei pressi dell’istituto scolastico interessato e di altri plessi scolastici". Così Sergio Leo, capo della squadra mobile.
"E' stato tutto ancor più chiaro quando le indagini hanno portato alla luce il fatto che l’uomo, qualche anno prima non nella nostra provincia, fosse stato denunciato da due minorenni che aveva approcciato".
Per lui si sono aperte le porte del carcere di Sollicciano perché c'è il pericolo di reiterazione del reato.