Delitto di Vada, l'omicida potrebbe essere stato aiutato da un parente a fuggire

È caccia all'uomo. A Vada, in tutta l'area circostante e in provincia di Livorno, ma anche ad ampio raggio, proseguono le ricerche di Antonino Fedele, l'uomo di 80 anni che martedì 11 aprile, con un colpo di fucile, ha ucciso il genero Massimiliano Moneta, 57 anni. Il delitto si era verificato in un terreno dell'uomo che ha premuto il grilletto della sua arma da fuoco, per poi fuggire e far perdere le proprie tracce.

Gli investigatori si chiedono come sia possibile che una persona di più di 80 anni sia riuscita a scomparire e quindi sfuggire alle serrate ricerche delle forze dell'ordine. Con il passare delle ore, l'ipotesi più probabile è qualche parente lo abbia aiutato a organizzare la fuga, probabilmente già pianificata da tempo visto che l'uomo al momento non ha commesso nessun errore, tipo l'utilizzo dello smartphone o delle carte di credito, che lo localizzerebbero. Non si esclude che l'uomo possa essersi allontanato da Rosignano per raggiungere la sua terra d’origine, Rizziconi in Calabria.

Un contesto familiare molto complicato quello che poi è finito nel sangue. Massimiliano Moneta, originario di Roma, era a processo a Livorno per maltrattamenti contro la moglie, vicenda che andava avanti da anni. Il giudice aveva imposto all'uomo il divieto di soggiorno a Rosignano, in vigore fino a dicembre 2022.

L'0micidio è avvenuto martedì 11 aprile, in un terreno di Fedele dove si erano dati appuntamento. Presente c’era anche uno dei due avvocati di Moneta che doveva accompagnarlo in tribunale per un incontro in merito alla custodia dei figli. L’avvocato, dopo aver lasciato soli i due per il confronto, ha dichiarato di aver sentito gli spari. È stato infatti lui a dare l'allarme al 112. E

Comunque tutte le ipotesi sono aperte: l’uomo potrebbe essersi allontanato da Rosignano magari per raggiungere la sua terra d’origine (Rizziconi, in Calabria