SCIENTIFICA AL LAVORO

Omicidio Girolami, il silenzio dopo la confessione: Irfan Rana Mohamed resta in carcere. Mistero sul movente

Dopo aver ammesso l'uccisione della psicoterapeuta 72enne nel casolare di Foiano della Chiana, il 37enne pakistano non ha più aggiunto altro

Omicidio Girolami, il silenzio dopo la confessione: Irfan Rana Mohamed resta in carcere. Mistero sul movente
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Ha confessato l'omicidio di Letizia Girolami durante il primo interrogatorio. Poi però, Irfan Rana Mohamed non è più riuscito ad aggiungere altro. Manca ancora quell'ultimo tassello per comporre il quadro definitivo del delitto avvenuto a Foiano della Chiana sabato 5 ottobre 2024.

Ad esser sconosciuto agli inquirenti è ancora il movente. Cosa ha spinto il 37enne pakistano, ex fidanzato della figlia della vittima Eileen, a compiere quel gesto violento, colpendo con un oggetto contundente alla testa la 72enne psicoterapeuta originaria di Roma? Questo quanto provato a scovare nel corso dell'udienza per la convalida del fermo. Ma Irfan Rana Mohamed non sembrerebbe ancora pronto per affrontare il tema.

Silenzio all'udienza

Il 37enne sarebbe stato colto da uno stato di forte agitazione. Subito dopo la confessione, non sarebbe riuscito ad aggiungere ulteriori particolari a quel sanguinoso pomeriggio. Sensi di colpa, forse il ripetersi continuo di quella scena violenta nella testa, rivivendo costantemente quei terribili momenti.

Sta di fatto che al momento Irfan Rana Mohamed non parla. Inizialmente sembrava potesse rispondere alle domande degli inquirenti, poi il silenzio. Nonostante il supporto successivo di un interprete, l'uomo non ce l'ha fatta. Resta dunque un buco nelle indagini riguardante le motivazioni. Un ultimo pezzo di un puzzle che comunque appare vicino ad essere completato.

Cattivi rapporti?

Accusato di omicidio volontario, il pakistano si trova al momento in carcere, dove è tenuto per timore di una reiterazione del reato, ovvero per la paura che possa uccidere ancora. Sabato pomeriggio ha incontrato Letizia Girolami nei pressi del casolare posto tra Foiano e Pozzo della Chiana. Sarebbe nata una lite per motivi ancora da chiarire - tra i due pare non scorresse buon sangue da qualche tempo - e al culmine di essa lui l'avrebbe colpita nella parte frontale della testa. Un colpo fatale.

La famiglia l'aveva accolto in casa e così era nata una relazione - ormai terminata - con la figlia della 72enne, al momento del delitto in vacanza in Spagna e ora a condividere il dolore col padre, anch'egli 72enne, artista di origine canadese. È stato proprio il marito, non vedendola rientrare a casa per cena, a dare l'allarme. Le ricerche si sono concluse la sera stessa col tragico ritrovamento del cadavere in un campo. A breve sarà eseguita l'autopsia mentre la scientifica avrebbe rintracciato anche la possibile arma del delitto, una vanga insanguinata trovata nei presi del casolare. In attesa delle parole di Irfan Rana Mohamed, le indagini proseguono spedite.

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