Firenze

Non versano le tasse di soggiorno al Comune: condannati a pagare 100mila euro

Non versano le tasse di soggiorno al Comune: condannati a pagare 100mila euro
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La Corte dei conti oggi ha condannato l'amministratrice di una società e la società che gestisce un noto hotel a Firenze al pagamento dell’importo di debito residuo di € 75.767,00, comprensivo della rivalutazione, con interessi legali dalla data del deposito della sentenza all’effettivo pagamento.

Tutto era partito da una segnalazione della polizia municipale di Firenze che ha portato poi nell'estate del 2021 alla citazione davanti alla Corte dei conti poiché un noto albergo fiorentino e quella che all'epoca dei fatti era l'allora amministratrice, non avevano versato la tassa di soggiorno richiesta ai turisti.

Dalla successiva attività istruttoria sarebbe emerso che nel periodo luglio 2018 – febbraio 2021 le parti convenute, pur avendo regolarmente effettuato le dichiarazioni mensili degli alloggiati presso l'hotel, di fatto non avevano provveduto a riversare al Comune di Firenze le somme incamerate a titolo di imposta di soggiorno, in violazione del Regolamento vigente in materia, approvato con delibera del Consiglio comunale n. 33 del 20 giugno 2011 .

La Procura regionale concludeva per la condanna dei convenuti al pagamento in solido in favore del Comune di Firenze della somma di € 97.872,75, oltre accessori e spese.

Con nota del 25 gennaio 2022, il Comune di Firenze comunicava che l’importo complessivo dell’imposta di soggiorno da riversare si era nel frattempo ridotto a € 76.082,00, relativo alla mensilità di agosto 2018 (pari a € 7.712,00 ed iscritto a ruolo, ma non ancora notificato alla società), all’intero periodo da aprile 2019 a gennaio 2020 e alle mensilità di gennaio, febbraio e marzo 2021 (quest’ultima, pari a € 315,00, non ricompresa nel periodo considerato nell’atto di citazione, limitato a febbraio 2021).

Per un totale residuo in conto capitale pari a € 75.767,00 (totale di € 76.082,00 indicato nella nota del Comune di Firenze meno € 315,00 relativi alla mensilità di marzo 2021).

La Corte dei Conti ha condannato il 10 maggio scorso le parti convenute al pagamento dell’importo di debito residuo di € 75.767,00, comprensivo della rivalutazione, con interessi legali dalla data del deposito della sentenza all’effettivo pagamento.

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