Prato

Nei Pronto Moda bastano pochi spiccioli per portarsi a casa di tutto: la nostra inchiesta

Solo ieri la retata della Guardia di finanza che ha sequestrato oltre 100mila capi di abbigliamento

Nei Pronto Moda bastano pochi spiccioli per portarsi a casa di tutto: la nostra inchiesta
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E’ un mondo che luccica come le paillettes dei vestiti di Natale o come le luci degli alberi nelle grandi città. Sono così i grandi magazzini del Macrolotto. Interi blocchi di vestiti a prezzi stracciati, se si compra all’ingrosso. Si chiamano Pronto Moda.

Una gonna può costare anche pochi spiccioli

Quasi un usa e getta schizofrenico. È così che una gonna può costare dai 12 ai 15 euro, se comprata al dettaglio, mentre all’ingrosso può essere portata a casa a soli 4 euro. Tradotto 80 gonne andrebbero a costare 320 euro. Raddoppia il guadagno, invece, per chi le rimette in vendita. Affari. Fine stagione. Voglia di svuotare le rimanenze di un anno che è corso velo.

La nostra inchiesta sul campo

È lunedì pomeriggio quando ci presentiamo in alcuni negozi del Macrolotto. Da fuori colori sgargianti. Tutte le sfumature dell’arcobaleno in vestiti, giacche, gonne, pantaloni e giubbotti. C’è di tutto e di più, e di tutti i prezzi.

Centinaia e centinaia di metri quadrati con in fila una serie di capannoni dove si muovono milioni di euro per quella che è diventata la culla dell’imprenditoria orientale, ma anche il punto di riferimento per molti imprenditori.

Qui c’è una medaglia dalla doppia faccia: gli affari sporchi spesso si mischiano a quelli puliti. Ci siamo finti interessati all’acquisto all’ingrosso con l’obiettivo di aprire alcuni punti vendita all’estero. E si apre un mondo. Fatto di prezzi diversi. Prezzi trattabili, come del resto in tutto. Gli ordini invece sono un altro capitolo. Dipende dal periodo. Per confezionare 100 o 500 capi bastano dai tre ai quattro giorni.

«A fine anno c’è più tempo», ci hanno raccontato i diretti interessati. Gabriele, Benedetta, Maria. Così si fanno chiamare le nuove generazioni di cinesi che dietro al banco trattano e sciorinano consigli. La musica cambia invece se gli ordini vengono fatti da marzo in poi. Qui si può aspettare anche settimane, a volte anche più di 15 giorni.

Ma se da una parte c’è chi produce in loco, e quindi ha una propria ditta che prepara le stoffe, le tinge fino a tagliarle e cucirle, dall’altra c’è chi si affida all’importazione dalla Cina.

Prezzi ben definiti

«La qualità è migliore», ci hanno raccontato. Idee chiare e regole ferree. Difficile trattare. È cosi che uno dei commercianti ci ha fatto vedere il suo listino prezzi. Per un ordine minimo di 600 euro, c’è uno sconto del 5%, 900 -6% fino ad arrivare a 1500 dove la scontistica scende a -8%.

«Questo per evitare che ci siano clienti che ordinano una quantità, ma poi cambiano idea pretendendo la stessa cifra», ha detto uno dei titolari. Nei biglietti da visita pattinati c’è il Qr code che rimanda direttamente a WeChat, l’applicazione usata soprattutto dai cinesi.

C’è silenzio e un via vai di persone in via Basilicata. Qui sembrano lontane le rivendicazioni, i pestaggi, le aggressione fino alle estorsioni, che spesso interessano la comunità cinese. Basti ricordare gli incendi del settembre scorso in quella che le forze dell’ordine hanno definito la guerra delle grucce.

Dai Pronto Moda cinesi gli ordini si muovono fino a Parigi e Albania

Lontano anche lo sfruttamento di lavoro per un settore che muove milioni e milioni di euro. La filiera cinese è diventata punto di riferimento per molti imprenditori esteri. È da Prato che si muovono gli ordini che spesso raggiungono Parigi e vengono mandati fino in Albania.

I dati Censis

I dati Secondo il rapporto Censis, la Toscana è la prima regione italiana per incidenza delle aziende straniere con il 14,4%. Prato, invece, è la prima provincia italiana per imprenditorialità non Ue. Qui si registra il 30,06% di attività imprenditoriali che riguardano soprattutto il settore manifatturiero il 27,8% invece riguarda il commercio all’ingrosso e al dettaglio, mentre un 23,3% lavora nei servizi di alloggio e ristorazione.

Secondo il rapporto di Unioncamere, infatti, nella città laniera il peso delle imprese a titolarità migrante sul totale supera di 15,8 punti percentuali il peso che ha la popolazione straniera sulla popolazione residente comp l e ssi va. E a sigillare il tutto ci sono ancora la presenza di cittadini orientali sul territorio.

Secondo i dati Istat, aggiornati al 31 gennaio 2022 sono presenti 33244 cittadini cinesi. Sono più gli uomini (17175) che le donne (16069). Numeri nettamente in crescita se si pensa per esempio che nel 2016 il tasso di iscrizione alla Camera di commercio di società cinesi era solo del 19% rispetto al totale delle imprese iscritte. Altri tempi, verrebbe da dire.

Di Edlira Mamutaj

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