Muore a 48 anni in ospedale, adesso la famiglia chiede giustizia
«Non vogliamo accusare nessuno ma solo capire»
«Nessuno sta accusando nessuno, ma vogliamo approfondire per capire cosa sia successo». Tramite il loro avvocato Christian Vannucchi i famigliari di Rosa Audia, la 48enne che la scorsa settimana dopo le dimissioni, è morta in ospedale aspettando l’ambulanza che la riportasse a casa.
Rosa, che viveva a Poggio insieme al marito e alla figlia di 18 anni, sembra non fosse la prima volta che soffriva di particolari dolori. Sciatalgia, sembrava. E domenica mattina in preda a questi grandi dolori lei stessa aveva deciso di andare direttamente all’ospedale di Prato per farsi vedere. E’ rimasta all’ospedale, in osservazione probabilmente proprio per questi suoi continui dolori, per un giorno e mezzo. Ovviamente a causa delle norme contro il Covid, in quel frangente nessun famigliare, nemmeno marito e figlia sono potuti andare a trovarla.
Poi lunedì sera la telefonata al marito per dirgli che la rimandavano a casa.
«Erano intorno alle 19.30 - ha spiegato l’avvocato Vannucchi - e alle 21 è deceduta».
I familiari, come è comprensibile, sono provati. Nessuno porterà indietro Rosa, ma quello che chiedono è di sapere cosa sia successo. «Per questo - ha continuato l’avvocato Vannucchi - per adesso è stato fatto un esposto conoscitivo. Siamo in fase di indagini e si procede contro ignoti. Ai familiari non interessa accusare nessuno, vogliono solo sapere cosa è successo a Rosa».
Perché Rosa, quando ha contattato il marito nella sera di lunedì per dirgli che le stavano facendo il foglio per le dimissioni, gli ha detto di non preoccuparsi, quando lui era già pronto per andare a prenderla, che l’avrebbero riportata a casa. Stava aspettando l’arrivo dell’associazione con l’ambulanza appunto per tornare dalla sua famiglia quando improvvisamente si è sentita male. Stava aspettando proprio l’ambulanza quando ha accusato il malore, sotto gli occhi di medici e infermieri che subito si sono attivati per cercare di salvarla. A niente però sono serviti i tentativi di rianimarla.
Intanto a casa la stavano aspettando. Solo quando il marito, non vedendola arrivare, ha provato a richiamarla e lei non ha risposto, ha iniziato a preoccuparsi e allora è andato all’ospedale. Solo a quel momento ha scoperto cosa fosse successo e che la sua Rosa, che aveva sentito meno di un’ora e mezza prima e che lo aveva rassicurato dicendogli che stava per tornare a casa, non c’era più. Ancora sotto choc, il marito ha presentato un esposto ai carabinieri, mentre l’ospedale si era invece già attivato per eseguire un riscontro diagnostico così da che cosa fosse successo, che appunto è stato bloccato.
Ad aprire così un fascicolo d’inchiesta contro ignoti è stato il pm di Prato che ha subito affidato l’autopsia che poi è stata eseguita a Pistoia. Ed è proprio dall’autopsia che è poi arrivata una parte della risposta che aspettava la famiglia: embolia polmonare. Sarebbe stata questa la causa della morte di Rosa. Ma è solo un primo mistero svelato. Adesso bisognerà far luce e chiarire esattamente come siano andate le cose e cosa sia successo durante il ricovero della donna, dalla domenica mattina al lunedì sera, quando, con il foglio delle dimissioni in mano, improvvisamente ha avuto un malore in attesa dell’ambulanza che la riportasse a casa, ed è morta ancora al pronto soccorso.
La domanda che si fanno adesso tutti, i familiari da una parte, ma anche il pm dall’altra, è capire se la morte di Rosa si poteva in qualche modo evitare e per farlo adesso si dovrà ricostruire tutto il suo percorso sanitario da quella domenica mattina fino alle dimissioni. Per far questo sono stati affidati ulteriori approfondimenti anche ai Nas. Intanto mercoledì mattina alle 10 si sono svolti i funerali di Rosa nella chiesa di Bonistallo a Poggio a Caiano dove viveva insieme al marito e alla figlia ancora, comprensibilmente, sotto choc.