Muore a 23 anni per un tumore, lo zio (medico) scrive un libro
In ricordo di nove mesi vissuti con "l'ospite inatteso".
Ha rimesso insieme la band formata quasi interamente da operatori sanitari dell’ospedale di Prato in memoria della nipote morta a causa di un tumore e in pochi anni ha raccolto in vari concerti in giro per l’Italia più di 200mmila euro donati a varie associazioni.
Nella foto insieme Umberto Langianni e Monica Attucci.
Muore a 23 anni per un tumore: un libro in suo ricordo
E’ Umberto Langianni, 66 anni, anestesista fino al 2018 all’ospedale di Prato, ma molto conosciuto anche come bassista del gruppo “Artemente”.
Adesso Umberto Langianni ha deciso di pubblicare, con la Attucci editrice di Carmignano, un libro che racconta i nove mesi della malattia della nipote, dalla diagnosi del tumore, che lui nel libro chiama l’ospite inatteso, fino alla fine e a quella che lui chiama la “liberazione”.
«Nel 2006 ho perso mia nipote Giulia per un problema oncologico - ha iniziato a raccontare Langianni - era la prima dei miei nipoti e aveva 23 anni. Questo racconto però vuole essere qualcosa di bello che faccio in suo ricordo, un messaggio che lancio al mondo, che da qualcosa di brutto può sempre nascere qualcosa di bello».
E quel qualcosa di bello è stata la creazione della Onlus “Il futuro di Giulia” e la raccolta di fondi, tra cui appunto anche quelli derivati dalla vendita del libro “Giulia” che uscirà a settembre con la Attucci editore, che negli anni sono stati donati a varie associazioni per la ricerca contro i tumori ma non solo.
«Un libro - ha spiegato Langianni - diviso per capitoli e ogni capitolo racconta un momento vissuto in questi nove mesi insieme a Giulia. Perché dalla diagnosi in poi io e Giulia abbiamo vissuto quei nove mesi insieme, nella casa di famiglia a Vaiano. Lavorando all’interno dell’ospedale fin da subito tutta la famiglia si è rivolta a me. Mi sono preso in carico questa cosa, ma sicuramente se non avessi lavorato all’interno dell’ospedale avrei subito meno sofferenze, cicatrici psicologiche che poi sono rimaste. Ero visto come un punto di riferimento dalla famiglia, da Giulia, dai suoi genitori. Ho passato mesi in stretto contatto con luminari di tutta Europa ho dovuto prendere decisioni e dare io la comunicazione ai suoi genitori che non c’era più niente da fare. Dopo ovviamente ti assalgono mille dubbi e domande. Queste sono le cicatrici psicologiche che mi porto dentro. Questo libro racconta questi mesi, ma p nato anche con l’intento di dimostrare che può nascere sempre anche qualcosa di positivo. Vuole essere un libro di speranza».
Artemente
E con la stessa speranza nel 2012 Langianni ha rimesso insieme la band “Artemente” che in pochi anni ha raccolto 200mila euro donati a varie associazioni del territorio.
«Si tratta di una band, che per lo più fa musica rock, da Vasco Rossi ai Pink Floyd. L’ho creata nel 2002 per la maggior parte con personale sanitario dell’ospedale di Prato. Io suonavo il basso e ci divertivamo a passare le serate tra concerti ed eventi. Lo facevamo già allora per beneficenza, infatti avevamo raccolto fondi per vari enti, tra cui per esempio la Croce Rossa ma non solo. Abbiamo suonato fino al 2005, poi con l’arrivo dell’ospite indesiderato, come lo chiamo io perché si è presentato senza bussare o chiedere permesso, mi sono occupato di mia nipote e dopo la sua morte non riuscivo più a portare avanti la band. Nel 2011 poi è nata la Onlus “Il futuro di Giulia” e ho ricontattato tutti gli amici della band che nel 2012 si è riformata».
Più di 150 concerti in Italia
Da allora gli “Artemente” hanno realizzato più di 150 concerti in giro per l’Italia.
A fermarli in questo periodo solo il covid-19, ma già a giugno sono ripartiti con un concerto in diretta streaming per l’ospedale pediatrico Gaslini di Genova.
Tante le associazioni e i luoghi dove hanno suonato, tra cui anche Vaiano, alla villa del Mulinaccio, che per Langianni rimane un luogo del cuore dove ha trascorso gli ultimi nove mesi insieme alla sua amata nipote Giulia.