NUOVA UDIENZA

Mostro di Firenze, si riaprono due plichi: la richiesta dei familiari della coppia francese

I reperti potrebbero contenere la macchina fotografica Nikon e 17 fotografie scattate prima di morire dalla coppia francese

Mostro di Firenze, si riaprono due plichi: la richiesta dei familiari della coppia francese
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A più di 25 anni dall'ultima sentenza riguardante Pietro Pacciani, la giudice Cipriani ha fissato un'udienza per aprire due plichi che potrebbero contenere la macchina fotografica Nikon e 17 fotografie scattate prima di morire dalla coppia francese Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili. Le ultime vittime del mostro di Firenze.

Il 30 gennaio l'udienza

Una ricerca il cui via è arrivato grazie alle domande di restituzione dei reperti avanzata dalla famiglia della coppia francese, in particolare dalle figlie di Nadine Mauriot, Anne ed Estelle, e dalla sorella di Jean Michel, Irene Kraveichvili. A raccontare delle novità sul caso è La Nazione.

Per aprire queste confezioni, la giudice Silvia Cipriani ha fissato dunque un’udienza non aperta al pubblico in camera di consiglio, durante la quale gli scatoloni saranno aperti davanti alla Corte d’Assise. Si potrà così scoprire se davvero contengano i fotogrammi che i parenti di due delle vittime hanno richiesto con un’istanza presentata dai loro legali Vieri Adriani, Antonio Mazzeo e Gaetano Pacchi, i quali adesso potranno partecipare anche all’udienza di apertura dei plichi, fissata per il 30 gennaio.

"Buco" nella gestione dei beni sequestrati

Il valore dei fotogrammi potrebbe non essere semplicemente affettivo ma anche investigativo. La speranza è quella di poter ricostruire un quadro preciso del viaggio in Italia fatto dalla coppia, uccisa brutalmente a Scopeti, a San Casciano Val di Pesa.

L’udienza si celebrerà in Santa Verdiana, dove al tempo si svolsero anche i processi contro Pacciani e i "compagni di merende" Mario Vanni e Giancarlo Lotti. La Corte d’Assise in quest'occasione dovrà oltretutto decidere anche cosa fare dei reperti in questione. La giudice Cipriani si sarebbe infatti resa conto di un "buco" nelle sentenze proprio riguardante il da farsi sui reperti. L'ultima udienza carico di Pacciani, appunto nel 1998, si concluse "senza nulla statuire sui beni in sequestro".

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