Giudiziaria

Morte del rugbista in hotel, fu suicidio

A dare l'allarme fu la compagna trovata in gravissime condizioni dopo aver subito una violenta aggressione

Morte del rugbista in hotel, fu suicidio
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Non sarebbe stato un gioco erotico a causare la more dell’ex rugbista inglese Ricky Bibey, 41 anni, trovato morto il 16 luglio dello scorso anno nella sua stanza di un hotel del centro di Firenze, a due passi dal Ponte Vecchio, dove si trovava assieme alla compagna per una vacanza. La procura ha chiesto l’archiviazione dell’indagine per omicidio colposo senza indagati. Secondo i magistrati l’uomo si suicidò strangolandosi con il cavo di un ferro da stiro. 

 

 

Aveva aggredito la compagna

A dare l’allarme fu appunto la compagna di Bibey, anche lei trovata in gravi condizioni, il giorno seguente. Secondo le ricostruzioni l’uomo avrebbe tentato di praticare del sesso spinto e al rifiuto di lei avrebbe perso il controllo, aggredendola. Probabilmente, credendo di averla uccisa, si tolse la vita con l’elettrodomestico. Al risveglio la donna cercò di rianimare l’ex rugbista, senza riuscirsi. Scattato l’allarme, quando i soccorritori entrarono in quella camera di hotel, se la trovarono di fronte completamente insanguinata e piena di lesioni gravissime  “tali da rendere assolutamente impossibile una sua azione causale circa la morte del Bibey” - ha comunicato la procura fiorentina. Confermando, invece, che era stata vittima di un’aggressione a cui cercò di sottrarsi.

La coppia (nota in Inghilterra tanto che i fatti scatenarono una forte attenzione dei tabloid inglesi) viveva a Manchester. Il viaggio in Italia avrebbe dovuto rinsaldare la loro unione che, a quanto ricostruito, pare fosse in crisi.

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