Migranti, oggi il punto sui CAS di Sesto Fiorentino
L’adesione del Comune all’appello lanciato dalla CGIL.
Migranti, oggi il punto sui CAS di Sesto Fiorentino dopo il Decreto Sicurezza. Il sindaco Falchi: “Realtà non sparisce con un tweet, comuni lasciati soli a fronteggiare una bomba sociale ad orologeria”. L’adesione del Comune all’appello lanciato dalla CGIL.
Migranti, oggi il punto sui CAS di Sesto Fiorentino
Il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, e l’assessore alle Politiche sociali, Camilla Sanquerin, hanno incontrato questa mattina gli Enti gestori dei CAS presenti sul territorio comunale, cooperativa “Il Cenacolo” e Caritas, e alcuni rappresentanti della CGIL, tra i promotori dell’appello sull’accoglienza lanciato nelle scorse settimane insieme ad altre sigle. L’obiettivo della riunione, alla quale hanno preso parte anche i servizi sociali della Società della Salute, era quello di fare il punto sulla situazione dei CAS presenti a Sesto Fiorentino dopo l’entrata in vigore del cosiddetto “Decreto Sicurezza”.
“Siamo molto preoccupati per le conseguenze che il decreto avrà sul nostro modello di accoglienza, come evidenziato anche dai gestori - spiegano Falchi e Sanquerin - In questi anni, a Sesto Fiorentino, è stato svolto un ottimo lavoro con i migranti richiedenti asilo, creando opportunità di incontro, di formazione, di inserimento sociale e professionale alle quali ha partecipato tutta la comunità sestese. Per effetto del decreto, nel giro di qualche mese, corriamo il rischio di dover fronteggiare una vera e propria bomba sociale ad orologeria, innescata da chi ha voluto un decreto che di sicurezza parla solo nel nome e che di fatto favorisce la marginalizzazione e la discriminazione, lasciando le Amministrazioni comunali da sole ad affrontarne le conseguenze”.
Adesione all'appello della Cgil
“È necessaria una risposta coordinata tra i Comuni dell’area metropolitana e in questo senso auspichiamo che quanto prima si arrivi a un tavolo condiviso con le altre Amministrazioni - proseguono - La battaglia da combattere è duplice: da una parte c’è l’opposizione politica ad un decreto discriminatorio e incostituzionale, dall’altra c’è la necessità di individuare subito strumenti idonei a mantenere una rete di accoglienza in grado di farsi carico di chi arriva e chiede protezione umanitaria, come ci impongono la nostra Costituzione e il senso di solidarietà. Anche per questo aderiamo all’appello lanciato dalla CGIL e da altre organizzazioni per promuovere una presa di coscienza collettiva e una reazione positiva che non può che partire dai Comuni, l’istituzione chiamata per prima a dare risposte alle sfide della realtà”.
La realtà non sparisce con un tweet
“Sostengo e condivido le prese di posizione di molti sindaci, a partire da quello di Palermo, e ho chiesto ai nostri uffici di approfondire il contenuto del decreto per comprendere quali possano essere le implicazioni per la nostra amministrazione e le possibili modalità di azione - precisa il sindaco Falchi - Al Ministro Salvini mi permetto di far notare che la realtà non sparisce né per decreto né con un tweet, come saprebbe bene se fosse mai stato sindaco: di fatto, si chiede ai Comuni di affrontare una situazione complessa e disumana soltanto per assecondare gli appetiti elettoralistici e irresponsabili delle forze politiche che sostengono il governo”.
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