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Mentre Barabara Capovani lotta tra la vita e la morte, il suo aggressore è stato fermato

Si tratta di un uomo di 35 anni che era stato paziente del reparto guidato dalla dottoressa

Mentre Barabara Capovani lotta tra la vita e la morte, il suo aggressore è stato fermato
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Barbara Capovani, la dottoressa in psichiatria, di 55 anni, violentemente aggredita  nel tardo pomeriggio di venerdì 21 aprile all’uscita dal turno di lavoro all’ospedale Santa Chiara di Pisa, è in fin di vita. La donna, che ha subito un delicato intervento chirurgico, versa in condizioni disperate a causa delle lesioni riportate dai colpi ricevuti probabilmente con una spranga appuntita. 

In mattinata si era diffusa la notizia del suo decesso e l’Ordine degli psicologi, oltre a tantissimi colleghi, avevano già condiviso un ricordo commosso della donna. In realtà, successivamente, la notizia ufficiale è stata corretta e gli ultimi aggiornamenti lasciano ancora, se pur piccolissimo, uno spazio per sperare in un miracolo. Mentre stiamo scrivendo è in corso un secondo intervento con prognosi incerta e al momento riservatissima. All’ospedale, ad attendere ogni piccolo aggiornamento, ci sono i familiari più stretti della dottoressa: l’ex marito Giorgio Nappini e i figli Alice e Piergiorgio.

 

Un ex paziente fermato per tentato omicidio

Sull’altro fronte della vicenda, quello dell'aggressore, invece ci sono determinanti novità. Nella notte, intorno alle 4, la polizia ha fermato un uomo di 35 anni di Viareggio (è residente a Torre del Lago), ritenuto il responsabile del tentato omicidio. Si tratta di una persona conosciuta dalle forze dell’ordine per precedenti, dai medici di psichiatria e anche dalla dottoressa Capovani, essendo stato in passato un suo paziente.

Sui social network l’uomo si definiva “Sciamano” e, nei mesi scorsi, era già stato arrestato per aver preso a testate una guardia giurata, oltre ad aver subito diverse misure restrittive che ne delineano una quadro molto critico da un punto di vista psichiatrico. Per avvicinarsi alla sua identikit e quindi dare un volto a quella persona che aveva agito con inaudita violenza, coperta con un cappellino, la mascherina e un vestito scuro, sono state importanti le riprese delle telecamere poste nelle vicinanze dell'uscita dell'ospedale Santa Chiara. 

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