CASSAZIONE RIBALTA TUTTO

Licenziato perché guardava video proibiti lavoro: ora dovrà pure risarcire l'azienda

Firenze Fiera ha vinto in Cassazione il procedimento contro il suo ex dipendente. Per l'uomo si è configurato il reato di peculato

Licenziato perché guardava video proibiti lavoro: ora dovrà pure risarcire l'azienda
Pubblicato:
Aggiornato:

Passava gran parte delle sue giornate lavorative navigando in internet cercando materiale utile alla sua passione per le pubblicazioni di storia militare ma non solo. Le indagini hanno infatti stabilito come passasse molto tempo anche su siti pornografici. Al signor B.M., 61 anni, ex responsabile dell’ufficio acquisti di Firenze Fiera Spa - nel frattempo è stato licenziato - è stato configurato il reato di peculato dalla Cassazione.

Assolto in primo grado

Secondo la perizia presente negli atti del procedimento, il dipendente passava tra le 4 e le 5 ore del suo turno navigando sul dispositivo aziendale per i propri interessi. Dal reato di truffa aggravata ai danni dello Stato del primo primo momento si era passati poi al reato di peculato.

L'uomo fu assolto in primo grado "perché il fatto non sussiste", una sentenza peraltro poi ribadita anche in appello. A Firenze Fiera però non è andato giù il danno subito - le tante ore di non lavoro passate in ufficio - con una netta incidenza negativa sull'intera produzione dell'ufficio. Per questo motivo il 61enne era stato licenziato dall'azienda.

La Cassazione ribalta tutto

La Suprema Corte ha poi annullato la sentenza della Corte d’Appello rilevando il reato di peculato in quanto nel caso in questione l'utilizzo del bene di servizio dell'azienda è stato utilizzato in modo continuativo causando un danno. Un ribaltamento da parte della Cassazione che però non inficerà a livello penale.

L'assoluzione infatti non potrà essere modificata. Pertanto, si aprirà un nuovo procedimento di natura civile in cui verrà stabilito il danno subito da Firenze Fiera e il conseguente risarcimento monetario che il dipendente dovrà versare all'azienda per la quale ha lavorato.

Seguici sui nostri canali