Le mani della mafia sui fondi Pnrr. Camorra e ‘ndrangheta le organizzazioni più ”radicate" in Toscana
Per la Dia, alcune persone legate ai clan si sono stanziate in larga parte della regione, soprattutto in Valdarno Superiore, Valdinievole, Maremma e Versilia
Sono 681 verifiche eseguite nei primi sei mesi del 2023. E’ quanto emerge nella relazione semestrale della Dia che mostra i tentacoli delle mafie in Toscana. E' un lungo elenco quello della Dia sulla presenza delle mafie in Toscana.
"Nel territorio della Regione si conferma la presenza e l’operatività di elementi contigui ad organizzazioni criminali mafiose italiane e straniere - si legge nella relazione - Con riferimento ai gruppi di mafia di origine italiana, la presenza e l’operatività sul territorio regionale riguardano in particolar modo quelli calabresi e campani, rispetto alle consorterie siciliane meno radicate.
La criminalità di matrice etnica, oltre al traffico di droga, è dedita anche ai reati estorsivi e predatori, in particolar modo da parte di albanesi, romeni, cinesi, magrebini e nordafricani in genere, che si avvalgono all’occorrenza della “manovalanza” di soggetti in stato di bisogno o irregolari sul territorio nazionale.
Le attività illecite dei gruppi di camorra riscontrate negli ultimi periodi si concentrano prevalentemente nei settori delle estorsioni commesse nei confronti di oggetti originari della Campania e della Toscana, nella gestione del traffico e smaltimento illecito di rifiuti, in quello del traffico di stupefacenti fino al riciclaggio di danaro e al reimpiego in attività immobiliari o imprenditoriali con particolare riferimento al settore turistico-alberghiero.
L’operatività dei clan di ‘ndrangheta continua a evidenziarsi nel territorio della Toscana, come del resto confermato dalle attività investigative condotte nei passati periodi, principalmente nell’ambito delle estorsioni, del traffico di stupefacente, dello smaltimento illecito di rifiuti e delle frodi fiscali".
Per le mafie sono succulenti i fondi Pnrr
Nella lente d’ingrandimento ci sono i fondi Pnrr. Nel complesso, il dossier della Dia torna a mettere in risalto le molteplici attività in mano ai clan, dalle estorsioni al traffico di droga e di rifiuti (in particolare per le mafie italiane) fino alla prostituzione e al commercio di merci contraffatte. Camorra e ‘ndrangheta vengono indicate come le organizzazioni più ”radicate”, anche in Toscana.
La camorra negli ultimi periodi risulterebbe in prevalenza interessata in Toscana agli stupefacenti e alle estorsioni, a partire dal capoluogo. Per la Dia, alcune persone legate ai clan si sono stanziate in larga parte della regione, soprattutto in Valdarno Superiore, Valdinievole, Maremma e Versilia.
"Nessuna provincia — viene sottolineato nella relazione — può ritenersi esclusa quantomeno dalla presenza stabile di soggetti collegati con clan attivi in Campania".
A confermare le mani della mafia anche nel Granducato anche i numeri dell’ultimo rapporto Irpet che disegnano la regione come un territorio appetibile dove investire. Ammonterebbe a tanto il giro economico stimato di illegalità e mafie in Toscana.