Lavoratori sfruttati, otto ditte nei guai nella piana pistoiese e fiorentina
Sequestrati beni e somme di denaro per circa 1,8 milioni di euro
Erano a tutti gli effetti dei dipendenti. Peccato, però, che per contratto risultavano collaboratori esterni, forniti da cooperative, per prestazioni occasionali e limitate nel tempo. Sfruttati. Molti di loro venivano anche messi nel piano ferie delle aziende, come qualsiasi altro dipendente. Pochi diritti. O perlomeno quelli che prevedeva il loro vero contratto.
Lavoravano nel comparto tessile, delle materie plastiche, del commercio all’ingrosso di surgelati, della produzione di materiali per la pulizia e dei trasporti su strada. Un giro d'affari da milioni di euro per 8 aziende che lavoravano tra Pistoia e Firenze. Ben 11 le persone indagate. E' il risultato dell'operazione delle fiamme gialle "Worker defense".
Fatture false per coprire somministrazioni abusive somministrazioni di manodopera
Sono stati così sequestrati e recuperati al fisco più di 1,8 milioni di euro, tra somme di denaro (1.749.953 euro), depositate su 20 rapporti bancari, e immobili (1 abitazione e 2 terreni, del valore di 80.882 euro).
Tutto è partito da alcuni controlli di routine. Poi si è aperto il vaso di pandora. Le ditte, 11, hanno la loro sede nella piana pistoiese (sei), soprattutto nella zona di Quarrata, e due nella piana fiorentina.
Operazione "Worker defense"
Dalle indagini è emerso che le cooperative, anziché svolgere, con una propria autonoma organizzazione di uomini e mezzi, i servizi di facchinaggio e magazzinaggio contrattualmente pattuiti, in realtà, si limitavano a somministrare del personale, senza autorizzazione del Ministero del Lavoro.
La forza lavoro veniva impiegata dalle imprese utilizzatrici come se si trattasse di propri dipendenti. Infatti, i lavoratori erano sottoposti alla direzione ed al coordinamento dei quadri interni aziendali, sia per i turni di lavoro ed i compiti da svolgere, che per la pianificazione di ferie e permessi, ed addetti anche a mansioni diverse da quelle indicate nei contratti di appalto, come ad esempio quelle produttive. Di fatto usati e sfruttati, senza essere minimamente tutelati. Niente malattie e ferie.
Indubbio il beneficio delle aziende, sia in termini di costi non sostenuti per le contribuzioni obbligatorie, ai fini assistenziali e previdenziali, che di consistenti abbattimenti dell’Iva. dovuta allo Stato, grazie alla detrazione dell’imposta indicata nelle false fatture emesse dalle cooperative, per prestazioni di servizi mai rese.
In particolare, per gli anni d’imposta dal 2016 al 2020, le 8 imprese coinvolte, a fronte di fatture ricevute dalle cooperative per un imponibile complessivo di quasi 10,5 milioni di euro, avevano evaso l’Iva per oltre 2,1 milioni di euro. A questi si aggiungono le sanzioni amministrative, nei confronti di una cooperativa appaltante, per somministrazione abusiva di manodopera, per 126.950.00 euro, sanabili con il pagamento in misura ridotta di 42.316,00 euro.