Sesto Fiorentino

L’appello “in extremis” al Comune e alla Coop: «Si ripensi tutta l’area Ginori compresa la zona dell’attuale piscina»

Claudio Pizzuto commenta la richiesta di Unicoop Firenze di rilasciare il permesso a costruire il nuovo supermercato nell’area Ginori .

L’appello “in extremis” al Comune e alla Coop: «Si ripensi tutta l’area Ginori compresa la zona dell’attuale piscina»
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La notizia (destinata a far rumore) l’abbiamo data noi la settimana scorsa in anteprima: Unicoop Firenze ha presentato lo scorso 16 marzo richiesta di permesso a costruire, volendo avviare a breve il cantiere per realizzare il nuovo supermercato nell’area Ginori. Ed ora ci siamo: da quanto appreso il procedimento istruttorio è concluso, si devono perfezionare alcuni adempimenti in carico al privato ( con il deposito di alcune garanzie) e poi vi sarà il rilascio del permesso che consentirà di far partire di lavori. Di tutto questo abbiamo parlato con Claudio Pizzuto, presidente del Comitato per la tutela degli alberi di Sesto Fiorentino e anche portavoce del Comitato “Area Ginori”, due comitati che da tempo contestano, insieme a molti cittadini, la realizzazione del grande edificio commerciale proprio a fianco del museo delle Porcellane di Doccia.

Oltre un anno fa l’amministrazione comunale ha approvato il progetto convenzionato ed ora la Coop ha richiesto il permesso a costruire, un passaggio che era nell’aria da tempo. Come commentate la notizia?
«In primo luogo mi permetta di sottolineare che sia io come anche i membri dei due Comitati siamo tutti soci Coop ed abbiamo a cuore che la Cooperativa porti avanti gli interessi dei consumatori. L’interesse dei consumatori non è solo sul piano alimentare. La mission aziendale della Coop, infatti, evidenzia che i prodotti e i servizi da fornire ai soci devono tener conto del rispetto dell’ambiente e della comunità di riferimento. E nel caso di una Coop nel Parco Ginori significherebbe la cementificazione di un’area verde in un quartiere fortemente urbanizzato come quello del Campo sportivo – Il Neto. “Non di solo pane vive l’uomo…”»
Secondo la Cooperativa, però, la Coop de Il Neto era da tempo piccola per le esigenze della comunità locale, non concordate?
«Abbiamo contato che nel raggio di soli 4 km vi sono 18 supermercati alimentari, di cui 5 della Coop. Basta spostarsi di poco e si arriva alla Ex Ipercoop, Carrefour o Esselunga. I supermercati non mancano. Non solo, il supermercato al Neto era previsto nel piano di edilizia popolare con il quale è stato realizzato il quartiere proprio per facilitare gli abitanti. Senza la funzione anche sociale della Coop oggi diverrebbe un quartiere dormitorio periferico».

L’amministrazione ha sempre precisato che con l’acquisizione di UniCoop dell’area Ginori sia stato possibile salvare la fabbrica e i suoi lavoratori. Un’osservazione che avete sempre contestato, perché?
«Non ci confondiamo. La narrazione politica vuol far credere che Comune di Sesto Fiorentino e UniCoop Firenze abbiano permesso il salvataggio della fabbrica. Caso mai è la società Gucci - Kering che, rilevando l’azienda fallita, ha permesso di continuare a valorizzare il lavoro di centinaia di lavoratori che da sempre producono bellezza artistica nota in tutto il mondo. La Ginori, come tutte le aziende private, si salva solo riuscendo a vendere i suoi prodotti sul mercato globale. Se Gucci – Kering non si fosse resa disponibile a comprare lo stabilimento e il terreno circostante non sarebbe stata avviata la trattativa che ha portato UniCoop all’acquisizione dei terreni ai lati del Museo».

Il binomio tra il Museo delle Porcellane e la Coop potrebbe essere possibile?

«Per la riapertura del Museo sono già stati spesi contributi importanti per milioni di euro. Così sarà anche per la sua riorganizzazione operativa e gestionale. Soldi pubblici ottenuti dalle tasse dei cittadini. Affiancarlo con un supermercato sul lato destro e con la previsione di realizzare un centro commerciale oltre a 3000 mq di edilizia residenziale sul lato sinistro, significherebbe “togliere il respiro” al Museo. Sarebbero soldi sprecati. Crediamo invece che il Parco, lasciato a verde, oltre ad evitare consumo di suolo e a proteggere un’area in cui sono presenti centinaia di alberi adulti, potrebbe favorire la nascita di un polo culturale con al centro il Museo e il parco al suo servizio. Ci sono numerosi artisti e artigiani sestesi che assieme agli studenti del liceo artistico potrebbero generare una fucina di idee. Bisognerebbe che Coop rinunciasse al suo diritto di proprietà sull’area Ginori. I dati indicano che la grande distribuzione alimentare è in crisi. Ci sono troppi supermercati e poi il mercato si sta indirizzando sempre più agli acquisti online. Non a caso Esselunga ha ampliato il servizio di “Spesa a casa” e “Locker”. Ed anche l’IperCoop di Sesto è stata ridotta. La pandemia ci ha insegnato che l’ambiente va rispettato. Sesto invece è fra i comuni con il più alto tasso di consumo di suolo».
Nei mesi scorsi avete avuto un incontro direttamente con i vertici Coop, cosa dovrebbe fare, secondo voi, la Cooperativa?
«La Coop potrebbe valorizzare il Parco Ginori come già sta facendo a Montopoli Valdarno dove il terreno che aveva acquistato lo ha trasformato in bosco. Qui il bosco ce lo ha già. Avrebbe un grandissimo ritorno di immagine. Se poi collaborasse con il Museo potrebbe divenire protagonista di un cambiamento culturale e dimostrare che anche “con la cultura si mangia”. La pandemia ci ha insegnato che l’ambiente va rispettato.

Quale è la vostra proposta, in extremis, per evitare l’avvio del cantiere?
«Il Comune ha annunciato la realizzazione di una nuova piscina nella piana e la “rinaturalizzazione” dell’area dove è collocata quella attuale. Un vero controsenso: si distrugge un vero parco naturale e accanto se ripiantano altri alberelli come se fosse la stessa cosa. Perchè non ripensare tutta l’area Ginori, comprendendo gli spazi ai lati della fabbrica, l’ex area amministrativa e la “Botteguccia” della Ginori e l’attuale piscina? Ma a Sesto purtroppo manca una visione di insieme non solo sull’ambiente».

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