Sesto fiorentino

L’appello dell’agricoltore Lorenzo Conti: «Salviamo le nostre colline dall’abbandono»

«Il versante collinare della Castellina è quasi del tutto abbandonato: tale fenomeno spesso prelude espianti di piante di olivo, incendi»

L’appello dell’agricoltore Lorenzo Conti: «Salviamo le nostre colline dall’abbandono»
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«Il versante collinare della Castellina è quasi del tutto abbandonato: tale fenomeno spesso prelude  espianti di piante di olivo, incendi e diffusione di pericolose patologie che possono colpire anche gli oliveti limitrofi. La difesa di questo patrimonio paesaggistico, produttivo, storico e culturale, dovrebbe essere di interesse pubblico anche per la tutela idrogeologica dell’intera città». Così si è espresso a BisenzioSette Lorenzo Conti (nelle foto), giovane agricoltore youtuber che attraverso il canale “Country Friends” cerca di avvicinare i giovani all’agricoltura e alla tutela delle nostre colline. «Oggi – ha spiegato Conti durante il sopralluogo – quasi tutto il versante della Castellina presenta migliaia di piante d’olivo abbandonate, alcune completamente ricoperte dall’edera, altre aggredite da forme tumorali come la rogna. Negli ultimi giorni, peraltro, su un campo abbandonato da quasi cinquant’anni centinaia di olivi sono stati improvvisamente capitozzati rimanendo solo il tronco ed eliminando tutta la chioma. Una tecnica arboricola deprecabile perché dannosa per le piante, andando ad alterare la forma naturale degli olivi». Secondo Lorenzo Conti, che da tempo si dedica alla terra vivendo in collina nei pressi della chiesa di San Bartolomeo a Carmignanello, il risultato finale di questo processo di abbandono rischia di essere, oltre ad un grave danno economico al comparto agricolo ed alla produzione interna di olio extra vergine,  anche la compromissione della stabilità dei nostri versanti collinari, la perdita di identità del nostro paesaggio agrario tradizionale, la banalizzazione degli scenari, l'erosione della biodiversità vegetale della regione ed un aggravamento del livello di sicurezza idrogeologica. «I motivi alla base dell’abbandono degli olivi – ha raccontatoLorenzo camminando in vasti terreni ricolmi di avena selvatica  – risalgono ai cambiamenti sociali degli ultimi decenni, soprattutto in relazione agli ulivi situati su terreni non pianeggianti.  Lasciare uliveti abbandonati significa gettare alle spalle la storia millenaria che ha contraddistinto l’Italia nel Mediterraneo prima e nel Mondo dopo – ha aggiunto – oggi i muri a secco cadono a pezzi, con crolli quotidiani di porzioni importanti ed anche i vecchi canali di scolo dei muri a secco, di rara bellezza, realizzati con pietre calcaree sono caduti in disuso, di fatto non riuscendo più a drenare l’acqua in modo adeguato che poi scende a valle in città  in modo tumultuoso e disorganico». Insomma per il giovane agricoltore di 25 anni si tratta di una situazione di incuria che va avanti da troppo tempo, senza che nessuno pensi davvero alle conseguenze di queste azioni. «Occorre tutelare il nostro patrimonio economico vivente – ha concluso – la cura del territorio, a partire dalle nostre colline,  basterebbe per prevenire la gran parte dei danni causati da piogge improvvise o alluvioni».

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