Kata, a due mesi dalla scomparsa indagini ancora al palo
Ieri 30 persone alla manifestazione
Sono passati due mesi dal rapimento della piccola Kata dall’ex hotel Astor. E da quel 10 giugno sembra che niente di significativo sia venuto fuori per capire che fine abbia fatto la bambina peruviana.
Kata: a due mesi dalla scomparsa indagini ancora al palo
A due mesi esatti dalla scomparsa della piccola Kata ieri sera in piazza c’erano solo una trentina di persone. Tra queste ovviamente i genitori della piccola che hanno spiegato di aver raccontato del racket delle camere all’Astor fin da subito alle forze dell’ordine e per questo il padre chiede: «Perché aspettare due mesi a seguire questa pista se ne abbiamo parlato subito?». Ma entrambi hanno escluso di aver avuto litigi gravi da motivare un rapimento.
Ieri è iniziato il lavoro del consulente della Procura sui telefoni sequestrati delle persone vicine a Kata, parenti e amici, nella speranza di trovare qualche indizio.
Per quanto riguarda i quattro peruviani arrestati per il racket, al momento non sono state poste domande inerenti l’indagine aperta per il sequestro della piccola Kata, interrogati ieri dal pm Christine von Borries, tra cui lo zio di Kata, Abel.
I quattro, fermati dalla squadra mobile, sono agli arresti in carcere per le accuse di racket degli affitti estorti all’ex hotel. I peruviani sono stati sentiti come indagati nell’ambito del procedimento relativo ad alcuni episodi avvenuti dentro l’hotel Astor nel periodo compreso dal gennaio 2023 sino al 28 maggio e tutti hanno risposto alle domande del pubblico ministero e chiarito la loro posizione fornendo ulteriori dettagli circa la loro ricostruzione dei fatti.
La mamma della piccola non resiste e chiede che chi ha preso la piccola, che lei sente essere ancora viva, spiega almeno perché lo ha fatto.
Intanto ieri il consulente della Procura si è messo a lavorare sui telefoni sequestrati a parenti e amici di Kata nella speranza di trovare qualche indizio. Al momento non sono state poste domande inerenti l’indagine aperta per il sequestro di persona della piccola Kata, in cui Alvarez Vasquez Argenis Abel, è persona offesa ai quattro peruviani interrogati ieri dal pm Christine von Borries, tra cui appunto lo zio di Kata.
«Non entro nel merito di indagini che sono ancora in corso, il mio augurio è che l’ex Astor trovi presto una sua destinazione e possa essere restituito secondo forme di legalità alla città» ha commentato il sindaco Dario Nardella. «La vicenda di Kata è molto grave e ci deve far riflettere. Non perdiamo la speranza, speriamo che la vicenda possa avere un esito positivo. Il quartiere non merita di essere sulle cronache quotidiane per questo dramma, lì la qualità della vita è alta».