Una Pasqua indimenticabile

Il vescovo Nerbini ha impartito la benedizione sulla città di Prato con la Sacra Cintola - FOTO

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La Sacra Cintola domina la piazza vuota in questa inedita Pasqua segnata dal coronavirus.

La Pasqua

Dal pulpito di Donatello il vescovo Giovanni Nerbini ha impartito la benedizione su tutti i pratesi con la preziosa reliquia mariana simbolo religioso e civile della città. Accanto a lui il sindaco Matteo Biffoni. Esattamente come è avvenuto lo scorso 19 marzo, quando si è tenuta l’ostensione straordinaria del Sacro Cingolo sulla piazza vuota per chiedere l’intercessione della Madonna e la sua protezione in questa emergenza sanitaria. Con loro questa volta c’era anche il prefetto Rosalba Scialla, nominata pochi giorni fa alla guida della prefettura di Pavia e tornata a Prato per l’occasione.

 

Quella di Pasqua è la prima ostensione canonica dell’anno. Ma in questo 2020 è stata la seconda dopo quella straordinaria nel giorno di San Giuseppe. Come nella volta precedente il rito è stato quello della tradizione anche se svolto in maniera semplificata: a porte chiuse e con una sola «mostra» all’interno e all’esterno della cattedrale rispetto alle tre previste dal cerimoniale.

Piazza vuota

Il Vescovo, accompagnato dal Sindaco e dal Prefetto, è salito sul pulpito e guardando piazza del Duomo vuota e silenziosa ha impartito la benedizione con la Sacra Cintola.

 

Per riassumere significativamente il momento che stiamo vivendo come testimoni dell’ostensione sono stati chiamati i rappresentanti delle istituzioni coinvolte in questa delicata emergenza e due cittadini provenienti dal mondo del lavoro, settore provato dalle restrizioni stabilite dal Governo per far fronte al rischio contagio. Nella Cappella del Sacro Cingolo hanno assistito al rito il vicario del Questore Mario Barbato, il responsabile della Protezione civile del Comune di Prato Sergio Brachi, l’imprenditore tessile Iacopo Scuccimarra, uno dei titolari della rifinizione Cambi Luigi, e Ioan Pavel, disoccupato del settore edile di origine rumena.

 

Presenti alla cerimonia il parroco canonico Luciano Pelagatti, il vice parroco don Gino Calamai e il diacono Guglielmo Spanò, che ha avuto il compito di estrarre la Sacra Cintola dal cofano dell’altare, aperto con le tre chiavi: due di proprietà del Comune e una di pertinenza del Vescovo. Il rito è stato documentato e sottoscritto nel rogito curato dal cerimoniere comunale Maurizio Lindi.

La fine della cerimonia

Il canto del Te Deum, l’inno delle grandi solennità, ha concluso la celebrazione.

 

Ricordiamo che le cinque ostensioni annuali del Sacro Cingolo, la cintura che la tradizione vuole sia appartenuta alla Madonna, si tengono a Pasqua, primo maggio, 15 agostoper l’Assunta, 8settembre (Natività di Maria) e il giorno di Natale.

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