Montagnaccio gentile, il castagnaccio alla pratese del Pastry Chef Paolo Sacchetti
Il nuovo dolce per la collezione inverno di eatPRATO.
Accanto allo chef il suo giovane allievo e figlio Andrea
Il dolce si potrà degustare sabato 15 alle 18.30
Sarà rivelata e degustata in anteprima sabato 15 dicembre alle ore 18.30 con una dimostrazione live nel laboratorio di quello che è la punta di diamante della pasticceria pratese, e non solo. Accanto a lui il suo giovane allievo, nonché figlio, Andrea Sacchetti, di soli 23 anni ma già talentuosissimo.
Il "tre torte" della Guida delle Pasticcerie d'Italia, Vicepresidente dell'Accademia Maestri Pasticcieri, noto a tutti per le pesche di Prato, delizia della pasticceria ottocentesca, anche questa volta guarda alla tradizione rivisitandola in chiave contemporanea e gourmet, tira fuori un altro piccolo gioiello artigianale e ancora una volta stupisce.
E' dedicato alla città di Prato
Si tratta di un nuovo dolce, monoporzione, pensato, studiato e dedicato a eatPRATO WINTER e alla città di Prato, un dolce che rimarrà nella Collezione permanente della Pasticceria Nuovo Mondo come testimonial della città.
L'ispirazione viene da un dolce di tradizione popolare, il castagnaccio o ghirighio, come lo chiamavano le nonne a Prato e il nome allude a quelle montagne che cingono in un abbraccio la città, ma il MONTAGNACCIO gentile by Paolo Sacchetti, una variazione sul tema, si è assai ingentilito, appunto, ed è una gioia sia per la vista che per il gusto.
Un dolce rotondo che rimanda a forme femminili
Un dolce rotondo che rimanda a forme femminili, e questo ha un suo senso antico, anche nel mito infatti la montagna è madre, e nutre, e i dolci sono consolatori per definizione. Ecco anche perché il montagnaccio gentile! E chissà che qualcuno allora non lo chiamerà anche la Ghirighia!
E' un cake, un signature cake, dalla forma sferica, quasi un bacio, una dedica che sembra alludere a quel paesaggio appenninico che abbraccia Prato.
Un omaggio alla castagna della Val di Bisenzio
Il colore, bianco come l'inverno, dai riflessi argentei, lascia sognare ma all'interno si scoprono i toni caldi e bruni della castagna, la castagna della Val Bisenzio, una vallata pressoché intatta, già appenninica, a nord della città, dalla quale deriva quella meravigliosa farina di castagne utilizzata qui. La consistenza è morbida, grazie anche all'uvetta all'interno e all'uso dell'olio extravergine di Bacchereto. Morbida ma non troppo, perchè già sulla glassa "pinguino" all'esterno, data da un velo leggero di cioccolato bianco, troviamo una granella di pinoli che aggiunge leggera croccantezza. Anche all'interno scaglie di frutta secca che la noce caramellata sul top ricorda. A completare il tutto, non poteva mancare un accenno di “ramerino” come la tradizione vuole, appena un ciuffo. Chi vuole può gustarlo anche con della panna accanto che regala ancor più grazia.
Il risultato al palato, con una piccola citazione savoury, è un tripudio di sapori caldi, familiari, confortevoli quasi, ma delicati e compositi come solo un grande maestro dell'arte dolciaria poteva regalare.
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