Sesto fiorentino

I tanti timori e le speranze dei commercianti sestesi

Le parole di Elena Nannini proprietaria di “Ago e Filo”

I tanti timori e le speranze dei commercianti sestesi
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Elena Nannini dal 1988 gestisce, a Sesto Fiorentino, in via Volta, “Ago e Filo” il suo negozio prima di stoffe  e poi di abbigliamento intimo e lo fa con grande passione ed entusiasmo. Ci ha confidato i suoi sentimenti  alla chiusura di marzo obbligata dall’espandersi del Coronavirus: «Nei primi giorni ho provato abbattimento e sgomento, perché se a una persona togli il lavoro di una vita, anche se momentaneamente, e soprattutto senza il minimo avvertimento, non si può provare altro che sgomento. Poi però mi sono organizzata e insieme a mia cugina avevamo iniziato a fare mascherine lavabili in cotone prima della chiusura, e ho continuato consegnandole a chi me le ordinava e ho portato avanti il mio normale lavoro di riparazioni di abiti».

E adesso che la Toscana è entrata in zona rossa?

«Se devo essere sincera sì, eravamo pronte per affrontare un'altra chiusura – ha affermato Elena -Questa volta senza sgomento, forse più serenamente se così si può dire».

Ci vuole raccontare come e quando è nata la sua attività commerciale?

«La mia attività è nata nel 1988, all'inizio vendevo tessutie filati, perché le tabelle merceologiche erano diverse, poi nel 1991 ho potuto cambiare e fare quello che ho sempre voluto, vendendo pigiami, intimo e merceria. Dal 2010, con mia cugina, poi abbiamo deciso di fare anche riparazioni di abiti, un lavoro che è diventato un vero servizio al cliente perché molti si trovano in difficoltà a fare un’aggiustatura  anche solo un orlo specialmente gli uomini soli e le signore  anziane che hanno problemi di vista e anche infilare l’ago diventa un’impresa e poi ci sono le più giovani che non sono abituate a questo tipo di lavori. Da qualche tempo c’è anche mia figlia Carlotta che mi aiuta soprattutto nello stare al banco».

In un negozio come il suo è normale avere per lo più una clientela affezionata e stanziale ed è facile che specialmente le signore parlino e si confidino con una persona come lei aperta e gioviale...

«E’ vero spesso i clienti, in particolare quelli più adulti, sia uomini che donne, chi più chi meno  hanno paura di non uscire da questa pandemia, ma soprattutto si sentono soli ed hanno bisogno di parlare e soprattutto di essere ascoltati. E io lo faccio volentieri perché rientra nel mio carattere e poi in un certo senso con i loro racconti cerco di esorcizzare anche i miei timori».

Qual è stata e sarà la sua preoccupazione più grande in questo periodo? Alcuni dei commercianti con cui ho parlato mi hanno detto che al di là degli incassi mancati, li impensieriva il contatto con il pubblico, pur seguendo tutte le attenzioni dovute, hanno convissuto e convivono con la paura di ammalarsi. Anche lei prova questo disagio, questo timore?

«La paura di essere contagiata è stata ed è tanta, ma cerco di stare attenta. Spesso le persone dimenticano di mantenere le distanze e quando glielo faccio notare appaiono offesi, come se tu li ritenessi degli untori».

Lei che è una donna molto creativa che ama la cultura in tutte le sue forme come vive la mancanza di cinema , teatri, conferenze, mostre di pittura...

«Come tutte le cose non ti accorgi di quanto sono importanti fin quando non si è costretti a farne a meno. Sopperisco alla mancanza leggendo e guardando vecchi film, ma spero che la situazione torni presto alla normalitàe che si possa ritrovare la nostra vita, la nostra socialità di un tempo».

Ed è con questo augurio che salutiamo Elena Nannini partecipando con tutto il cuore a questa sua speranza che tutti condividiamo.

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