I residenti di via Mariti si uniscono in una petizione: "Sbloccare il sequestro e restituire la città l'area"
Dopo il crollo di una trave nel cantiere dove doveva nascere un supermercato e dove sono morte cinque persone, tutto tace. Intanto aumentano i disagi per chi vi abita in quella zona
Sbloccare il sequestro, restituire alla città la zona dell’ex panificio militare a Firenze. Con questo appello che è nata una petizione online dei residenti di via Mariti, che ha già raccolto oltre 400 firme.
Siamo in quello che era il cantiere dove doveva nascere un supermercato. Poi il 16 febbraio 2024 la tragedia dove sono morte cinque persone. Da allora l’area è sequestrata. Intorno c’è un quartiere ormai prigioniero dello scheletro di cemento.
Via Giovanni da Empoli è chiusa completamente al traffico e neanche i mezzi di soccorso possono accedere. Un grave problema per i residenti e un gran danno per gli esercizi commerciali.
"Sono trascorsi molti mesi dalla tragedia del 16 febbraio 2024 nel cantiere Esselunga di Via Mariti - si legge nella petizione - . Da allora i lavori sono bloccati, tutta l’area è sotto sequestro, e al momento non si hanno ancora notizie di indagati.
Via Giovanni da Empoli è chiusa completamente al traffico e neanche i mezzi di soccorso possono accedere, un grave problema per i residenti e un gran danno per gli esercizi commerciali. I parcheggi mancano in tutta la zona e la viabilità è talmente peggiorata che le ambulanze dirette a Careggi utilizzano percorsi alternativi più lunghi, pur di evitare gli ingorghi di via Mariti. Il degrado e l’abbandono stanno favorendo l’aumento della criminalità (furti, spaccio)".
Un quartiere che ormai si sente abbandonato e prigioniero. La petizione è rivolta al comune di Firenze, alla Procura e ad Esselunga, proprietaria dell’aria, di intervenire al più presto.
Le richieste, tra le altre, sono quelle di riaprire via Giovanni da Empoli, sanificare l’area di cantiere e mettere in sicurezza le gru e le strutture rimaste abbandonate dal giorno della tragedia. Infine, ripristinare il numero di parcheggi auto persi attorno al cantiere, sistemare le parti a verde e piantare gli alberi previsti.
La tragedia di via Mariti è iniziata alle 8.52 del 16 febbraio. Un gigante lungo 20 metri e pesante cinque tonnellate, che crolla e spezza le vite di cinque operai. Da allora il silenzio.